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Adventureland

Regia di Greg Mottola vedi scheda film

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AlexPortman80

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La recensione su Adventureland

di AlexPortman80
9 stelle

Voto: 9/10.


Pubblico: imdb 6,9/10 – metacritic 6,8/10 – rottentomatoes 3,2/5 – mymovies (IT) 3,2/5 – filmtv (IT) 3,5/5 – allociné (F) 3,2/5 – sensacine (E) 3,3/5 – screenrush (UK) 3,1/5 – moviepilot (DE) 6,8/10 – kinopoisk (RU) 6,8/10 – mtime (CI) 7,3/10
Critica: metacritic 76/100 – rottentomatoes 7,3/10 – mymovies (IT) 2,8/5 – filmtv (IT) BUONO – ciak (IT) 3/5 – sensacine (E) 4,0/5 – screenrush (UK) 3,8/5 – moviepilot (DE) 7,1/10
Dizionari: mereghetti 2,5/4 – morandini 2/5 – farinotti 2/5

Riuscitissima commedia di formazione del ciclo “Federica Sciarelli’s Movies”: viste le numerose sale in cui uscì nell’estate del 2009 (circa 20/25'000 € d’incasso, in pratica 3'500 spettatori), mi viene spontaneo chiedere “Chi l’ha visto?”. Recuperato solo ora in dvd, è un film sul passaggio all’età adulta di un gruppo di ventenni negli anni ’80: il tema è originale come una banconota falsa da 7 euro ma la forza di una pellicola come questa, dal budget subatomico, risiede proprio nelle idee originali, nello script perfetto dotato di dialoghi brillanti messi in bocca ad un cast azzeccatissimo. Anche un film d’attori, quindi, diretto e sceneggiato dall’americano Greg Mottola (Suxbad – Tre menti sopra il pelo) che, basandosi sui propri ricordi di adolescente nel 1985, mette in scena tutti i suoi ingredienti nelle giuste dosi amalgamandoli perfettamente.
“Adventureland” è il nome del parco divertimenti nei dintorni di Pittsburgh, nel quale dovrà lavorare per tutta l’estate il fresco diplomato (e scaricato dalla pseudo fidanzata) James Brennan (J. Heisenberg) per mettere da parte i soldi necessari al corso di specializzazione a New York: i piani originali prevedevano un viaggio in Europa con degli amici, ma i problemi economici della sua famiglia impongono questa inversione di rotta. Dopo una serie (inutile) di telefonate, l’unico posto agguantabile è quello di giostraio: il lunapark in realtà è un “paese dei balocchi”, con giochi truccati (uno dei primi insegnamenti è “Se non vuoi essere licenziato ricordati che nessuno deve mai vincere il panda gigante, ce ne sono rimasti pochi esemplari”) e altri davvero pericolosi. Qui però conosce Emily “Em” (K. Stewart), già parzialmente impegnata col più adulto manutentore (sposato) del parco Mike (R. Reynolds). 
Adventureland è esso stesso un personaggio, un microcosmo temporaneo all’interno del mondo reale, un “limbo” altalenante come le montagne russe fra due fasi della vita, una stagione (quella estiva) che i protagonisti iniziano con dei sogni e terminano con delle (mezze) certezze, spesso non preventivate. Ma ad un certo punto bisogna uscirne e così James si trova nella Grande Mela, anch’essa piena di luci e lustrini (osservate attraverso il vetro di un autobus) come, in fondo, lo era il parco, ma ora non è più un gioco. Una pellicola che, con grazia e leggerezza, parla di sogni e aspettative (dice James: “Con la specializzazione in arte del Rinascimento o trovo un affresco da restaurare o sto fresco davvero”), di amore e amicizia, di famiglie allargate e religione (che può impedire una relazione) ma anche della crisi della provincia (in tv c’è Reagan) e del sogno americano, con i disagi e le apparenze (impersonate dalla parrucca dell’odiata matrigna di Em), il tutto filtrato dagli occhi dei giovani. Il divertimento è assicurato dagli attori che portano a casa interpretazioni eccellenti, conferendo tridimensionalità ai personaggi. Spiccano su tutti due ottime “promesse”, in realtà confermatissime, come J. Heisenberg e K. Stewart, che tratteggiano due ragazzi timidi e impacciati, disillusi e, soprattutto, normali: il primo, ora sugli schermi con “The social network”, l’ho parecchio apprezzato anche in “Il calamaro e la balena” e “The hunting party” (non lo ricordo invece in “The Village”); la seconda, conosciuta da noi quasi esclusivamente per la modesta saga di “Twilight”, ha all’attivo ben altri ruoli e film, oltre 20, tra cui spiccano “Into the wild”, “La sicurezza degli oggetti”, “Speak” e “Gioventù violata”, oltre agli inediti (e in Italia probabilmente lo resteranno) “The runaways”, “Welcome to the Rileys” e “The yellow handkerchief”. Nel prossimo futuro vedremo Heisenberg in “30 minutes or less” di R. Fleischer, mentre la Stewart in “On the road” di W. Salles tratto dall’omonimo romanzo di J. Kerouac. Menzione speciale anche per i due gestori del parco Paulette e Bobby, interpretati molto folkloristicamente da K. Wiig e B. Hader. Perché un’altra carta vincente è l’ambientazione anni ’80, sia nell’abbigliamento molto vintage sia nel trucco di alcuni personaggi (pettinature, baffoni). In questo anche il lunapark gioca il suo ruolo, essendo stato scelto per le riprese lo storico parco di Kennywood (e non quello originale di Mottola a Long Island perché troppo ammodernato). E la colonna sonora è magnifica (dice James a Em: “Ti ho fatto una cassetta: le mie canzoni tristi preferite. Sono davvero deprimenti, sull’orlo della disperazione”), con pezzi di D. Bowie, The Cure, Velvet Underground, The Rolling Stones, INXS e Lou Reed. Insomma, è anche molto nostalgico questo “Adventureland” e, nonostante manchi il tocco di genio di un “Little Miss Sunshine”, lo promuovo a pieni voti.

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