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L'ultimo crodino

Regia di Umberto Spinazzola vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo crodino

di Stuntman Miglio
4 stelle

Non è un banale luogo comune il fatto che spesso e volentieri la realtà possa essere ben più spiazzante della finzione. Difficilmente, in Italia e altrove, si sarebbe potuto ideare uno spunto più grottesco di quello che è alla base di questo "L' ultimo crodino" ed ecco quindi che i primi fotogrammi del film ci rimandano subito ad una celebre intervista che Striscia la notizia fece una dozzina d' anni fa all' intoccabile ed inavvicinabile finanziere Enrico Cuccia. Intervista si fa per dire, visto che dalla bocca dell' influente banchiere non uscì un singolo vocabolo ma ugualmente un filmato emblematico che consegnò all' immaginario collettivo il ritratto di un piccolo grande burattinaio, imperturbabile ed immancabilmente al di sopra di ogni sospetto. Tale incipit, ad ogni modo, non vuole essere un' introduzione ad un serio spaccato di storia ed economia italiana o il preambolo su una vicenda di giochi di potere. No, quella di Umberto Spinazzola è una commedia pura e (troppo) semplice che "scomoda" la figura del direttore di Mediobanca per raccontarci la storia di due disperati di provincia che, soverchiati da ogni tipo di debito possibile, decidono di rifarsi una volta per tutte trafugando proprio la salma del sopra citato Enrico Cuccia per chiederne poi il riscatto ai familiari. Ispirata quindi a fatti realmente accaduti, la vicenda di Crodino e Pes - il primo imprenditore fallito con la passione per l' analcolico biondo, il secondo operaio in fabbrica prosciugato da un difficile divorzio - si sviluppa in un piccolo paese della Val di Susa fra umane disperazioni e rocamboleschi piani di riscatto. Sullo sfondo : il classico bar della piazza, scandali diossina, forze dell' ordine sopra e sotto le righe, una moglie bellissima, prestiti e mutui a non finire. Anche qui, nulla di eccezionale ma il materiale per fare qualcosa di meglio c'era tutto. Purtroppo il taglio televisivo della messa in scena non aiuta le sorti del prodotto, la regia è piatta, la sceneggiatura non graffia, i personaggi di contorno sono tutti tratteggiati in maniera superficiale (Messeri, Autieri, Vergassola e soprattutto quel Provenzano nel ruolo del funzionario dello stato con l' ulcera dai tempi di Ustica) e, cosa ancor peggiore, ci ritroviamo di fronte ad una commedia dove non si ride mai. Sarà per il Crodino-Tognazzi che non risulta mai naturale, sarà per il Pes-Iacchetti che al contrario risulta troppo dimesso ed in parte ma la sintonia fra i protagonisti è scarsa e talmente poco coinvolgente da trasmettere all' intero film un' atmosfera artificiosa e forzata che poco si addice a quella che sarebbe dovuta essere l' ironica rappresentazione di un evento di cronaca inequivocabilmente italiano.

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