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Land of the Blind

Regia di Robert Edwards vedi scheda film

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La recensione su Land of the Blind

di fratellicapone
8 stelle

...parabola senza speranza sul potere...

Film sul potere e sull’illusione che le cose cambino cambiando chi detiene il potere. Un buon film senza speranza e senza via d’uscita interpretato alla grande da Ralph Fiennes e Donald Sutherland.

E’ uno stato totalitario non meglio identificato il cui governa da tiranno, ammantandosi di paternalismo e di un consenso indotto con la forza, Massimiliano il giovane figlio di un precedente dittatore. La vita nei palazzi del governo scimmiotta tutti i luoghi comuni sul potere assoluto. Il giovane e imbelle principe si dedica al cinema e  produce film in continuazione e si atteggia un po’ a re alla Luigi XIV. Qualche vestito e parrucche, servitori in livrea, defecare davanti ai suoi consiglieri, ammazzare a suo piacimento chi vuole e sterminare gli oppositori.  Il principale oppositore, rinchiuso in carcere da anni è Thorne , un anziano intellettuale, che ha avuto la forza di opporsi al tiranno e sacrificare tutto in nome della libertà e della democrazia. Thorne non può essere ammazzato perché è troppo noto ed amato nel paese, viene invece picchiato e maltrattato ogni giorno in una lurida cella. Nondimeno Thorne scrive sui muri della cella utilizzando come inchiostro le sue feci.

Tra le guardie c’è Joe che è l’unico che guarda e vede veramente quello che succede. La violenza continua, fuori e dentro il carcere, la gente che sparisce. Nel controllare il prigioniero ne avverte ma non lo subisce il carisma e la capacità di giudizio di Thorne. Successivamente Joe sarà promosso e andrà a lavorare al palazzo del potere e vedrà con i suoi occhi, che sembrano essere gli unici occhi in grado di vedere la realtà delle cose, il regime insulso e sanguinario di Massimiliano. Nel frattempo vengono indette elezioni e Thorne viene eletto senatore e Joe organizza una congiura di palazzo aiutando Thorne a entrare nel palazzo e, dopo un breve processo, viene uciso lui e la sua compagna.

Thorne è al potere e nel nome della democrazia e della difesa della democrazia contro le forze controrivoluzionarie instaura un potere ancora più arbitrario e violento e oppressivo del precedente.  Joe finirà di nuovo in carcere, che pudicamente è chiamato luogo di rieducazione, e sottoposto a violenze continue.

Thorne sarà ucciso (la scena dell’uccisione è identica al quadro di David sulla morte di Marat) e tornerà al potere il figlio di Massimiliano che era riparato all’estero.  Durante tutti questi cambi di regime, che sostanzialmente sono sempre gli stessi, le persone imbelli e che pensavano soltanto alla loro carriera rimarranno al loro posto e continuare anno ad essere i fedeli e ciechi esecutori, qualunque sia l’ordine ricevuto. Un film sconfortante e cupo, recitato per la più parte in luoghi squallidi di detenzione e nel pacchiano e sfavillante palazzo del potere.

Il film, nonostante la cupezza, contiene discorsi spesso divertenti e demenziali di Massimiliano che non ha il senso della misura. Nel film è contenuto un breve fotogramma sull’esposizione dei cadaveri del duce e dei gerarchi a piazzale Loreto.

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