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Wendy and Lucy

Regia di Kelly Reichardt vedi scheda film

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La recensione su Wendy and Lucy

di leporello
8 stelle

Viaggia da fermo il bravo Kelly Reichardt: l’incipit è, non a caso, una stazione, pochi vagoni merci in pigro movimento, e una nenia  masticata fuori campo (unico utilizzo musicale  di tutto il film, eccezion fatta per i titoli di coda)  che accompagna i giochi consumati in mezzo a uno squallore finto-silvestre delle due ragazze. Cucciolo d’uomo e di cane, femmine entrambe, Wendy and Lucy percorrono la loro fatale tappa in Oregon, cap(i)tata durante la transumanza che dall’Indiana le spinge in Alaska in cerca di cibo, in una sorta di viaggio iniziatico che le porta a conoscere dapprima gli Uomini (una inquietante comitiva di giovinastri piercing-tatuati che brucia la sua indolente in-esistenza in violenti falò notturni), poi i Demoni (un ragazzetto d’indole fascistoide che la blocca al supermarket, crocifiggendola al suo destino per aver tentato di rubare una scatoletta di cibo per cani), e infine gli Angeli (un superbo Wally Dalton, robusto emissario di Dio, professione: guardia giurata, bianchi capelli radi legati a codino) ai quali con quanta difficoltà (ahimè, la fame!) e solo dopo quanto tempo Wendy saprà dir grazie, alzando una mano in segno di saluto.


Nascosta dietro tanti piccoli particolari (una misteriosa fasciatura alla caviglia, una foto di un infante confusa nel portafoglio semivuoto, la voce al telefono, lontana, di una sorella rancorosa e scortese... tutte cose delle quali non sapremo mai nulla), l’avventura nel Paese delle S-meraviglie di Wendy (il suo cognome è, forse non a caso, Carrol...) è una celata storia d’amore sofferto, avversato, pieno di spine e con un destino cattivo e vigliacco da dover gestire con quattro dollari in croce (+ i quindici che l’Angelo le allunga durante la scena del loro ultimo incontro), un film tanto freddo in superficie quanto ribollente di pathos nel suo nucleo, fino allo struggente finale dove la splendida (in ogni senso) Michelle Williams, clandestina arrampicata su un vagone merci finalmente di nuovo in movimento, dovrà conoscere il vero prezzo del vero amore, pagato con pochi dollari e tanto strazio del cuore, strazio che nessun Demone e nessun Dio mai rinuncerebbe ad esigere da una creatura quando la creatura in questione è un’anima tanto bella quanto è bella quella della piccola Wendy.


Se non bastasse, la presenza di un certo Todd Haynes in veste di produttore esecutivo dovrebbe essere sufficiente a completare il quadro delle motivazioni per non perdersi questo ottimo film. 

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