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Il resto della notte

Regia di Francesco Munzi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il resto della notte

di Donapinto
8 stelle

Considero Francesco Munzi uno dei registi piu' interessanti venuti fuori negli ultimi quindici anni nel panorama del cinema italiano, nonostante una magrissima filmografia di soli tre film. Comunque e' il caso di dire meglio pochi ma buoni. Il giovane regista sa raccontare molto bene la contemporaneita' e la quotidianeita' del nostro paese, con a mio parere, un chiaro stile neorealista. Veramente notevole il suo esordio nel 2004 con SAIMIR, storia di un quindicenne albanese che vive sul litorale laziale, con un padre dedito al traffico di clandestini. Quattro anni dopo sara' appunto il turno de IL RESTO DELLA NOTTE, mentre nel 2014 arrivera' ANIME NERE, storia di tre fratelli calabresi collusi con la 'Ndrangheta, raccontata con toni da tragedia e applauditissimo a Venezia. IL RESTO DELLA NOTTE e' un dramma a sfondo sociale fortemente contaminato con il noir, che ebbe (inspiegabilmente) una tiepida accoglienza e una scarsissima distribuzione. Girato e ambientato a Torino, troviamo Silvana Boarin (Sandra Ceccarelli), donna dell'alta borghesia torinese, mentre partecipa a una specie di terapia di gruppo. Silvana e' una donna a cui non manca niente, ma in realta' soffre di depressione e di infelicita'. A un cero punto abbandona la sala. Una volta fuori viene avvicinata da alcune giovanissime zingare che gli chiedono soldi con insistenza. Lei in maniera piuttosto aggressiva le allontana. Giunta a casa accusa, senza alcuna prova, la giovane domestica rumena Maria (Laura Vasiliu) di avergli sottratto una preziosa coppia di orecchini. Riesce a convincere il marito Giovanni (Aurelien Recoing) a licenziare la ragazza, nonostante il parere contrario della figlia quindicenne Veronica, molto affezionata alla giovane rumena. Maria trova momentaneamente ospitalita' in casa di una connazionale. Nella periferia troviamo invece due delinquenti di mezza tacca che fanno spesso comunella insieme: il rumeno Ionut (Costantin Lupescu) che vive con il fratello adolescente Victor in uno squallido appartamento di un'altrettanto squallidissima palazzina abitata da immigrati di ogni razza ed etnia, e Marco Rancalli (Stefano Cassetti) uno sbandato schizzofrenico e coicanomane, con un figlio di otto anni che l'ex-compagna non gli fa vedere. Si rifa' viva a casa di Ionut Maria, col quale aveva avuto precedentemente una relazione. Saltano fuori anche gli orecchini. Li aveva veramente rubati Maria. Un gesto apparentemente senza alcuna importanza, che invece sara' la causa di un tragicissimo epilogo. Il regista dirige un'opera lucidissima e di grande realismo. La famiglia Boarin ha tutto: una villa stupenda, una splendida Mercedes e probabilmente soldi a palate. Ma in realta' non ha niente. Silvana e' una donna fragilissima, il marito Giovanni ha una storia con la giovane Francesca (Valentina Cervi), la figlia adolescente Veronica non si sente amata. "Sono due stronzi", questo dice Veronica a Maria quando i suoi genitori accusano la domestica del furto degli orecchini. Vivono reclusi nella loro "fortezza" controllata dalle telecamere a circuito chiuso. Sull'altro versante Ionut e' il classico immigrato invischiato in una vita di illeciti e rapine. Vive con il giovanissimo fratello in una di quelle case a ringhiera dove una volta veniva stipata l'immigrazione del sud-Italia. Ora e' invece il turno di africani e slavi. Marco Rancalli e' un individuo debole e rancoroso, che supera le sue paure sniffando coca. Anche i pochi momenti che passa con il suo bambino sono fallimentari, nonostante gli voglia sinceramente bene. Munzi gira nella Torino degli emarginati con un piglio documentaristico di grandissimo talento, fra quartieri periferici degradati e campi rom dove vengono ricettati gioielli rubati. Descrive l'infinito problema dell'immigrazione e dell'integrazione, autentica palla al piede del nostro paese, con i relativi pregiudizi xenofobi. Indimenticabile il finale, con il fuori scena della rapina alla villa. Il terrore stampato sul volto di Victor quando si sentono gli spari, che lasciano solo immaginare allo spettatore cosa stia succedendo. Fondamentale l'apporto dato dagli attori. Nota di merito per lo sconosciuto Costantin Lupescu nella parte di Ionut. Ma i migliori rimangono Stefano Cassetti, inquietante con il suo sguardo spiritato e allucinato per la droga, e l'intensa attrice rumena Laura Vasiliu, già protagonista dell'altrettanto intensa pellicola di produzione rumena 4 MESI 3 SETTIMANE 2 GIORNI, vincitrice della palma d'oro al festival di Cannes nel 2007. IL RESTO DELLA NOTTE e' un'opera tanto bella quanto snobbata e dimenticata. Voto 8.

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