Espandi menu
cerca
Il resto della notte

Regia di Francesco Munzi vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 81
  • Post 7
  • Recensioni 3635
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Il resto della notte

di barabbovich
6 stelle

Dalla casa di una ricchissima famiglia torinese scompare un paio di orecchini. La colf rumena (Vasiliu, già coprotagonista di 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni) viene accusata del furto e licenziata. Non sapendo dove andare, la giovane donna si mette sulle tracce del ragazzo che aveva lasciato tempo addietro a causa delle sue cattive frequentazioni. L'uomo è in combutta con un tossico autoctono (Cassetti, con lo sguardo perennemente spiritato come in Roberto Succo), con il quale pianifica un furto proprio nella villa dove ha prestato servizio la ragazza. Ma l'operazione finisce in tragedia.
Dopo l'acclamato Saimir, Munzi firma un secondo lungometraggio di ordinario degrado urbano ed esistenziale, dal quale sono bandite le parole speranza e futuro. Collocato tra cronaca e fiction, Il resto della notte è una sorta di instant-movie che fotografa con occhio iperrealista i problemi dell'Italia di inizio del terzo millennio: con una forbice sempre più divaricata a marcare le distanze tra abbienti e diseredati, lo spaesamento esistenziale, la guerra tra poveri ed emarginati, il problema della sicurezza costantemente in primo piano. Ma nel film c'è troppa carne al fuoco (l'affidamento congiunto, il tradimento coniugale) e qualche clichè (il ritratto di famiglia in un interno). Sicché nel complesso il film è come il titolo che porta: anonimo e destinato a essere confuso con tanti altri, un tentativo riuscito solo in parte di mettere a registro il cinema dei Dardenne e Cantet (con Aurélien Recoing a fungere da ideale trait-d'union) con il Soldini di Un'anima divisa in due.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati