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Racconti da Stoccolma

Regia di Anders Nilsson vedi scheda film

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La recensione su Racconti da Stoccolma

di uccio
6 stelle

Il regista ci propone tre storie indipendenti l'una dall'altra che hanno come comune denominatore la violenza declinata in tre aspetti differenti, uno per ogni storia.

Leyla e Nina sono vittime delle tradizioni, delle maldicenze, della cultura e dell'ignoranza di una famiglia mediorientale ancorata a vetuste e pericolose credenze.
Rispetto e onore prima di tutto. Prima dell'umanità, prima della libertà, prima dell'amore per le proprie figlie. La vita legata ad un'invisibile catena tenuta salda da genitori/padroni.
Il padre di Nina si convince che la figlia non sia più vergine. Nel disonore viene coinvolta tutta la famiglia che deve riparare l'onta. La ragazza deve sparire, sorelle e fratelli devono dimenticarsi di lei. Se la ragazza non esiste allora anche l'offesa è cancellata.

Aram, proprietario di un ristorante, e il suo amico e compagno che si occupa della sicurezza, vengono coinvolti in una classica vicenda legata alla violenza "da strada". Uno stupido diverbio (tipo quelli che scoppiano davanti alle discoteche di cui sentiamo ai TG) con la gente sbagliata porta a un'escalation di brutalità e violenza nella quale saranno coinvolti parenti e colleghi di Aram. Cosa comporta in questi casi l'essere un cittadino e una persona onesta? Denunciare?, testimoniare? Paure, ritorsioni.... le scelte non sono facili.

La storia di Carina ci mette di fronte alla piaga della violenza domestica. Lei affermata giornalista, due figli, un marito che parte per la tangente ed esplode. Umiliazioni, percosse, gestione della difficile situazione davanti agli occhi dei propri figli. Carina poi pensa alla famiglia, all'amore e perdona. Perdona e poi tutto daccapo. Anche qui la scelta tra l'outing e il silenzio è dura e dolorosa.

Il film presenta argomenti purtroppo sempre attuali. Problematiche delle quali siamo tutti a conoscenza.
Manca purtroppo il coinvolgimento emotivo. Le storie risultano freddine piuttosto che no, si sta dalla parte dei deboli, ovviamente, ma si fatica a entrare nelle loro vicende.
Il sussulto e lo sdegno arrivano solo in un paio di sequenze particolarmente ben riuscite e angoscianti.
Si arriva comunque ai titoli di coda senza essersi annoiati, il film non disturba e può far riflettere sulle tematiche affrontate (anche se per riflettere su questi argomenti non c'era bisogno di Racconti da Stoccolma).

Buone le intenzioni del regista, un po' meno l'esito finale.

Dal mio blog: http://lafirmacangiante.blogspot.com/

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