Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film
Mazzacurati torna al suo esordio, e i vent'anni di distanza (quella giusta?) si sentono soprattutto nella costruzione della trama, e nei migliori dialoghi. Restano alcune debolezze della sceneggiatura, che vuole ancora criticare la provincia padana e i suoi abitanti, ma lo fa con spunti più scontati di quelli di Notte italiana. Si passa dagli affari sporchi dei contadini arricchiti e al mutismo solidale dei paesani, a stereotipi e ignoranza della provincia nei confronti di una moderna razza di immigrati che tenta di italianizzarsi.
Nonostante la trama sia semplicissima si sente che la ricostruzione realistica del dramma si dà delle arie poetiche, e a volte cade in una retorica sempliciotta e in stilizzazioni troppo buoniste e ingenue, ma mai quanto la conquista della bella Giulia Boschi da parte del buffo Messeri.
La bella stavolta è la Lodovini, maestra elementare anomala arrivata in paese a sostituire quella storica, impazzita. Impossibile non notarla per gli annoiati maschi del paese, che quando le offrono i loro servigi con troppa insistenza la trovano improvvisamente offesa, anche se in realtà sembra che la maestra ci provi gusto. Di fatti va con un tunisino che la spiava, e quando viene trovata uccisa per tutti il colpevole è lui. Il protagonista della storia, voce narrante dall'erre moscia, è un giovane aspirante giornalista; realizzerà il suo sogno lavorativo scoprendo chi è il vero assassino.
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