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Angel. La vita, il romanzo

Regia di François Ozon vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Angel. La vita, il romanzo

di miss brown
4 stelle

Angelica Deverell, vezzosamente ribattezzatasi Angel, è un'adolescente testarda, vanagloriosa, bugiarda, provinciale, ignorante, bisbetica, maleducata: ma scrive benissimo romanzetti rosa pieni di svenevoli contesse rapite e misteriosi seduttori in ambientazioni esotiche, insomma la paccottiglia che tanto un secolo fa, quando è ambientata la storia, quanto oggi è alla base del mercato editoriale mondiale (oggi c'è un po' di sesso in più ma la sostanza è la stessa). Nel giro di pochissimo tempo diventa famosa e guadagna un sacco di soldi. Si prende le sue rivincite sociali comprando il decadente maniero della famiglia nobiliare in rovina del paesello avito, arredandolo con un gusto che sarebbe sembrato sovraccarico anche alla buonanima di D'Annunzio, e assumendo come segretaria-dama di compagnia una zitella di buona famiglia decaduta, poetessa dilettante lesbica palesemente innamorata di lei. Questa ha un fratello pittore, naturalmente incompreso, bevitore, giocatore e puttaniere, e Angel lo vuole: un'eroina romantica come lei non può non avere nel curriculum un cattivo ragazzo da redimere. Si sposano ma la Prima Guerra Mondiale spazza via tutto: il bel pittore fedifrago torna dalla guerra senza una gamba - soffocato dalle opprimenti attenzioni della moglie finisce per suicidarsi. Angel, traumatizzata, inserisce nei suoi libri temi fortemente antimilitaristi e provoca l'indignazione dei lettori. Quando non ha più soldi torna sulla vecchia strada ma ormai le sue rutilanti storie d'amore non interessano più a nessuno. Muore di polmonite, contratta per aver voluto cercare un gatto bianco in mezzo alla neve con addosso solo una camicia da notte (!!!)

La cosa divertente di tutta 'sta roba è che non è una vera biografia: l'autenticità avrebbe forse costituito un'attenuante, e invece no, si tratta del romanzo di una certa Elizabeth Taylor, scrittrice inglese di una decina di romanzetti rosa simili a questo. Non l'ho letto ma mi dicono che il film è fedelissimo all'originale; e allora non mi spiego la ragione per trarre un film da un simile mucchio di banalità, sprecare il talento dell'eccellente Romola Garai facendole pronunciare battute ridicole in una storia assolutamente inverosimile. Sam Neill e Charlotte Rampling (l'editore e sua moglie) danno spesso l'impressione di essere lì lì per scoppiare a ridere. Il bel Michael Fassbender interpreta svogliatamente il pittore, brava Lucy Russell amica-segretaria. Come in tutti i film inglesi scene e costumi sono impeccabili e le musiche piacevoli e appropriate.
Ma non riesco davvero a trovare una ragione per cui qualcuno abbia voluto buttare dei soldi in un'operazione simile: perché il regista palesemente ci crede, non c'è traccia di ironia nella rappresentazione di questa donna assolutamente detestabile, totalmente priva di intelligenza e buon gusto, che attraversa tragedie come la guerra e drammi personali (la povertà giovanile, la morte della madre, un aborto, il suicidio del marito) rifugiandosi in un mondo totalmente di fantasia; personalmente non so se mi ha fatto più rabbia o più pena. Comunque il film è orripilante e da sfuggire come la peste, l'hanno dato in tv e mi sono affrettata a buttare la registrazione appena finito di vederla!

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