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Hairspray - Grasso è bello

Regia di Adam Shankman vedi scheda film

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La recensione su Hairspray - Grasso è bello

di FilmTv Rivista
8 stelle

Good Morning Baltimore!, canta felice un'adolescente grassa e allegra, una mattina del 1962, mentre attraversa le strade della città per andare a scuola. Su un marciapiede incrocia un signore in impermeabile che le sorride divertito e che subito dopo spalanca l'impermeabile davanti ad altre due ragazzine, che arretrano scandalizzate. L'esibizionista è John Waters, raffinato, ironico, diabolico inventore di storie trash negli anni 70 (Pink Flamingos, Polyester), che negli anni 80, proprio con Hairspray - Grasso è bello, si "ripulì" un po' e passò a un cinema più commerciale. Hairspray, la storia di una ragazzina grassa di Baltimora che sogna di partecipare a un popolarissimo show televisivo per adolescenti, della sua mamma, Edna, ancora più grassa di lei, e soprattutto del passaggio dal perbenismo bigotto degli anni 50 alla libertà e alla tolleranza dei 60, fece il giro del mondo; poi, nel 2002, divenne un musical popolarissimo. Oggi, ecco la nuova versione cinematografica, che è un incrocio tra i due: musiche e coreografie tratte dal secondo (con qualche nuovo brano), spirito, vitalità e look tutti alla Waters. Rispettata, per prima cosa, la scelta che faceva del film uno sberleffo ai canoni consolidati di bellezza, di grazia, di "genere": non solo il fisico della protagonista Tracy (anche qui un'esordiente, bravissima, Nikki Blonsky), ma soprattutto un uomo nei panni della mamma. Nel primo film era Divine, "l'attrice" feticcio di Waters, una vamp strabordante che nella vita si chiamava Glen Milstead; qui è John Travolta, appesantito da svariate protesi al silicone e da una tuta di 12 chili (per portarlo ai 135 chili di peso di Edna) e ingentilito da abiti femminei, scarpine alla bebé col mezzo tacco, grembiulini e vestitini a fiori molto proletari e un paio di sfolgoranti mises di paillettes, dai quali sbucano maliziosi pizzi di sottoveste, giarrettiere e guaine contenitive. Edna che si tormenta le mani preoccupata per la derisione che la figlia grassa sarà costretta ad affrontare (quanto a lei, non esce di casa dal 1951); Edna insicura che esita attratta dalle meraviglie dell'emporio della moda; Edna gelosa che, in pantofole e camicia da notte, perdona il marito in un duetto romantico tra i panni stesi. John Travolta è un genio: non è mai una parodia, mai un uomo vestito da donna (come non lo era Divine). John Travolta è una donna, anzi una mamma, timida, preoccupata, "diversa" solo perché è grassa e gentile nel regno dei magri e aggressivi. Solo la stella più scintillante in un cast strepitoso di attori-cantanti-ballerini: Michelle Pfeiffer che fa la bomba sexy magra e cattiva, Christopher Walken che fa il marito affettuoso, una vera "oversize" di voce e bellezza portentose, Queen Latifah, nella parte di un'altra madre e guida della comunità nera che, con la sua musica, sta per cambiare il mondo. Hairspray ha un ritmo, colori e gioia di vivere irresistibili, e non fa rimpiangere l'originale.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 40 del 2007

Autore: Emanuela Martini

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