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I Fantastici 4 e Silver Surfer

Regia di Tim Story vedi scheda film

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La recensione su I Fantastici 4 e Silver Surfer

di lussemburgo
4 stelle

Nient’altro che fumettoni caotici e colorati, i film dei Fantastici Quattro non riescono a definire le dinamiche interpersonali del quartetto al di là della goliardia di stampo liceale. Perennemente bloccati in una condizione esistenziale e sentimentale da adolescente spensierato, questi eroi Marvel non risentono dell’introspezione problematica di Spiderman, della schizofrenia di Hulk, della solitudine semidivina e cristologica di Superman, dell’esistenzialismo gotico di Batman o Devil. I rispettivi comportamenti della Cosa, della Donna invisibile, di Mr Fantastic o della Fiamma Umana rispecchiano i meccanismi comportamentali dei teen-drama televisivi, e il Baxter Building altro non è che una versione condensata di una high-school americana, con tanto di nerd, cheerleader, campione di football o fighetto di turno.
Se tutti i protagonisti sono attori di derivazione televisiva, sul piccolo schermo i loro personaggi riescono in narrazioni complesse, in caratterizzazioni sfumate, affrontano temi delicati e controversi. Trasferiti sulla tela cinematografica, gli stessi attori avanzano in folle, ammiccano al pubblico e tra di loro in un a tipizzazione del tutto bidimensionale che finisce con l’impoverire lo stesso fumetto di partenza. Se in tv gli attori si rivolgono ad un pubblico adulto, il passaggio in sala determina un abbassamento di livello violento e stucchevole, il referente esclusivo diventa quello adolescenziale, in cui la crisi ormonale deve per forza annichilire ogni facoltà cognitiva e di giudizio. Il cinema commerciale statunitense, ormai, è solo una vacanza spensierata e regressiva rispetto alla serietà e all’impegno rappresentati dalla televisione, dove quegli stessi volti, plastificati dal film, ritrovano capacita espressive ben sedimentate nel dar volto agli ambigui personaggi di Nip/Tuck o The Shield.
Tim Story, come già con la prima puntata, realizza un film che ha la qualità gastronomica e nutrizionale di un’infornata di pop-corn nel microonde, con tanto di scoppiettante sottofondo, piatto pronto per un immediato consumo al buio, superfluo spuntino in attesa di un pasto più appagante da consumarsi altrove, forse davanti alla tv.

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