Regia di Elo Pannacciò vedi scheda film
Un ragazzo comincia a sentirsi strano. La sua fidanzata e sua madre muoiono in maniera violenta. La sorella, suora, arriva in suo soccorso e individua il problema in una possessione satanica.
Che L'esorcista (William Friedkin, 1973) sia la principale - e unica, probabilmente - fonte di ispirazione per questo film, pare evidente. Altrettanto chiaro fin da subito è che i mezzi a disposizione sono come le idee: pochi e non troppo raffinati. La sceneggiatura di (Ang)Elo Pannacciò, Aldo Crudo e (nientemeno che) Franco Brocani - da un soggetto di Giulio Albonico - non va mai per il sottile e la trama procede senza particolare suspence o mistero alcuno per la sua gran parte; solo nel finale la pellicola si ravviva un minimo. Fra gli interpreti abbondano nomi di frequentatori abituali del cinema 'di genere' e di seconde linee del nostro cinema: Patrizia Gori, Richard Conte, Françoise Prevost, Sonia Viviani - e c'è anche una particina, non accreditato, per Salvatore Baccaro; il ruolo da protagonista è affidato all'esordiente Jean-Claude Vernè, la cui carriera si esaurirà nel giro di pochi anni in prodottini di stampo affine. Pannacciò era alla terza regia e aveva fatto apprendistato nel cinema in qualità di sceneggiatore, rimanendo sempre ancorato a lavori di fascia popolare; il futuro dietro la macchina da presa gli riserverà una manciata di titoli erotici, spesso licenziati dietro pseudonimo, e pure qualche porno. 2/10.
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