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Le lunghe notti della Gestapo

Regia di Fabio De Agostini vedi scheda film

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La recensione su Le lunghe notti della Gestapo

di mm40
1 stelle

1941, seconda guerra mondiale. Un gruppo di insospettabili borghesi tedeschi trama di nascosto contro Hitler, per arrendersi agli inglesi. Quando i nazisti vengono a conoscenza della cosa, organizzano un orgiastico ritrovo per attirare e sterminare i dissidenti.

De Agostini ha lavorato maggiormente nel cinema come sceneggiatore, ruolo che riveste anche in questa che è la sua terza pellicola - e ultima - come regista; presumibilmente spinto da lavori da poco usciti come Il portiere di notte (Liliana Cavani, 1974) o Pasqualino Settebellezze (Lina Wertmuller, 1976), il Nostro gira un ibrido fra nazisploitation e cinema d'autore. Le lunghe notti della Gestapo ha infatti tutte le caratteristiche per essere inserito nel primo filone, che in quegli anni produceva pellicole di infima qualità e budget minuscolo a base di sadismo, sesso e divise naziste; ma l'opera di De Agostini non si sofferma quasi per nulla sul lato sanguinolento della questione e predilige l'approccio psicologico nella costruzione di situazioni e personaggi, sebbene non disdegni di inserire nella sua storia una massiccia dose di erotismo. I mezzi sono inoltre parecchio limitati e limitativi, onde per cui non ci si può aspettare neanche più di tanto da un cast composto da terze e quarte linee del cinema di genere fra cui si possono citare Ezio Miani, Fred Williams, Luca Sportelli e Isabelle Marchall. Bizzarra l'idea di attribuire il soggetto a tale Bertha Uhland, dal cui romanzo sarebbe stato tratto il film; una rapida ricerca in rete rivela che il (semisconosciuto, chiaramente) libro dal titolo Memorie di Bertha Uhland è firmato precisamente da Fabio De Agostini. 1,5/10.

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