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Long Way Home

Regia di Peter Sollett vedi scheda film

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La recensione su Long Way Home

di degoffro
8 stelle

Piccolo film indipendente americano, uscito in Italia direttamente in dvd ed accolto dalla critica internazionale con un certo entusiasmo. L’esordio alla regia di Peter Sollett è una commedia di formazione delicata e tenera, sensibile e sincera, molto abile a sfuggire con intelligenza gli stereotipi, le banalità e le becere provocazioni che spesso contraddistinguono opere analoghe. Victor Vargas è un adolescente che vive nell’East Side a New York con la nonna, la sorella obesa Vicky che passa le giornate sul divano ed il fratello più piccolo Nino, pianista dal precoce talento (suona in chiesa per la gioia della nonna). Victor ha una gran voglia di sesso e crede di essere un ottimo seduttore: per questo è considerato la pecora nera della famiglia dalla nonna che, di rigide, ferme ed antiquate convinzioni religiose, vorrebbe preservare dalle peccaminose e lascive tentazioni del mondo almeno gli altri due nipoti, mantenendoli innocenti e puri il più a lungo possibile. Dopo un fallito tentativo di seduzione della vicina di casa, fanciulla grassoccia e bruttina, episodio che rischia di compromettere seriamente la sua fama di dongiovanni, Victor incontra in piscina la ragazza dei suoi sogni, Judy, ma al primo approccio viene brutalmente respinto. Chiede allora l’aiuto del fratello minore di Judy per poter nuovamente parlare con la ragazza che pare piuttosto restia ad ogni tipo di contatto con lui e con i ragazzi in generale. In cambio gli presenta sua sorella Vicky. Nel frattempo Nino inizia a conoscere le gioie del sesso solitario in bagno, sconvolgendo la nonna che casualmente lo scopre: la donna scarica tutte le colpe sul pessimo esempio del fratello maggiore, ai suoi occhi responsabile di una condotta deviata e lussuriosa. Si rivolge invano persino ai servizi sociali pur di allontanare da casa Victor ed evitare che la sua influenza negativa danneggi oltre modo Vicky e Nino, portandoli definitivamente sulla cattiva strada del peccato. Ripristinata la tranquillità familiare, basta una cena a base di hamburger con invitata d’eccezione Judy a scatenare l’ennesima furibonda scenata della nonna, sempre più in difficoltà nello stare al passo con i tempi e nel capire le sensazioni ed i sentimenti che provano i suoi ragazzi. Solo la determinata ma anche amorevole presa di posizione da parte di Victor riuscirà a far aprire gli occhi alla fin troppo premurosa, apprensiva e severa donna. Scritto dal regista a partire da un suo corto del 2000 intitolato “Five feet high and rising” con gli stessi protagonisti, “Raising Victor Vargas” ha i suoi punti di forza nell’umanità e nella credibilità dei personaggi oltre che nella finezza, nel realismo e nella semplicità con cui Sollett descrive i rapporti che tra loro progressivamente si sviluppano: sia tra i tre ragazzi e la nonna via via sempre più distanti a causa di una visione della vita contrapposta e quasi inconciliabile sia tra Victor e Judy, per il diverso approccio con cui i due intendono affrontare la loro nascente relazione sentimentale. Il regista non cerca la farsa grossolana alla “American pie”, non vuole essere “carino” o ruffiano a tutti i costi, lascia che la vicenda, ordinaria e quotidiana, abbia il suo naturale e coinvolgente sviluppo, senza forzature, facili scorciatoie, inutili volgarità. Osserva i suoi ragazzi con amore, discrezione e partecipazione, valorizza al meglio le fresche, vibranti e spontanee prove dei giovani e poco conosciuti interpreti, davvero molto bravi ed intensi (un plauso comunque anche all’anziana Altagracia Guzman che interpreta con estremo realismo e convinzione la nonna ultra tradizionalista, evitando di ridurla a ridicola macchietta), confeziona una commedia romantica sui generis, deliziosa, toccante, commovente, ma, quel che più conta, profondamente vera, viva, autentica. Non sarà un capolavoro, ma di fronte a tutte le cretinate che vengono distribuite o trasmesse in televisione, è davvero un peccato che un piccolo gioiellino come questo “Long way home”, ritratto dolce, garbato ed accattivante dell’afosa estate di un adolescente, sia ai più sconosciuto. Il divieto ai minori di 14 anni che si legge sulla copertina del dvd è quanto meno misterioso. Vincitore del gran premio della giuria al festival di Deauville e candidato a 5 Independent Spirit Awards.

Voto: 7+

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