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Le cinque chiavi del terrore

Regia di Freddie Francis vedi scheda film

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La recensione su Le cinque chiavi del terrore

di undying
6 stelle

Un classico antologico in catalogo Amicus, diretto con inappuntabile stile dall'inconfondibile Freddie Francis. Ispirato, per ironia di fondo e marcato moralismo, ai classici fumetti horror americani, anni Cinquanta, della EC Comics.


le-cinque-chiavi-del-terrore

 

Nello scompartimento di un treno, cinque viaggiatori vengono invitati dall'enigmatico dott. Shock (Peter Cushing) a farsi leggere le carte. Con un mazzo dei Tarocchi, lo strano individuo prevede ai passeggeri un futuro che potrebbe, forse, essere evitato.

 

Werevolf (**)

Jim Dawson (Neil McCallum), un architetto, dopo aver venduto una casa di proprietà situata in un posto isolato, è impegnato per conto della nuova acquirente alla ristrutturazione del fabbricato. Scopre che in un seminterrato è nascosta una bara, contenente il corpo di un antico licantropo, ora in cerca di vendetta: gli antenati di Dawson si erano, infatti, indebitamente appropriati dello stabile.

 

Creeping Wine (**)

Di ritorno dalle vacanze estive, Bill Rogers (Alan Freeman) e la sua famiglia dovranno vedersela con alcune piante rampicanti, improvvisamente animate di raziocinio e da un'inspiegabile aggressività verso gli esseri umani.

 

Voodoo (***)

Il musicista Biff Bailey (Roy Castle), dopo un tour tenuto nelle Indie Occidentali, decide di sfruttare le sonorità di un brano ascoltato durante un rito voodoo, dedicato alla divinità Damballah. 

 

Crawling Hand (****)

Frank Martin (Christopher Lee) è uno spietato critico d'arte, accanito in particolar modo nei confronti del pittore Eric Landor (Michael Gough). Quest'ultimo, durante una esposizione delle sue opere, davanti a un folto pubblico, decide di giocargli uno meritato scherzo, facendogli valutare un quadro dipinto da una scimmia, curiosamente molto apprezzato da Martin. Ossessionato dall'affronto subito, il critico arriva ad investire, con la sua macchina, il pittore, provocandogli l'amputazione della mano. Distrutto dalla devastante conseguenza sulla sua attività, Landor si toglie la vita. Da quel preciso momento la mano dell'artista compare, nei momenti più inattesi, al sempre più spaurito critico.

 

Vampire (**1/2)

Il dott. Bob Carroll (Donald Sutherland), dopo il matrimonio, si trasferisce a vivere in una lussuosa villa assieme alla moglie. Nei dintorni strane aggressioni subite da una giovane ragazza inducono a pensare essere in azione un vampiro. Con l'aiuto del dottor Blake (Max Adrian), scopre che il responsabile, altro non è che la stessa moglie.

 

Donald Sutherland

Le cinque chiavi del terrore (1964): Donald Sutherland

 

Primo antologico realizzato dalla Amicus, concorrente inglese della più celebre Hammer. Scritto piuttosto superficialmente da Milton Subotsky, con chiare intenzioni di rifarsi ai noti fumetti della "EC Comics" degli anni Cinquanta, Le cinque chiavi del terrore può contare sulla presenza di un cast artistico memorabile, vera e unica ragione che ha reso di culto la pellicola. Dirige il veterano Freddie Francis, esperto cineasta e notevole direttore della fotografia, nonché nome rimasto giustamente associato al genere. Nonostante più interessante, rispetto agli episodi, finisca per essere la cornice introduttiva dei vari racconti (per la presenza dell'indimenticabile Cushing e i suoi contrastati dialoghi con Lee), Le cinque chiavi del terrore resta favorevolmente impresso in virtù di una superba cinematografia e recitazioni esemplari. La struttura narrativa che tiene assieme i cinque segmenti verrà ripresa, con differente ubicazione (qua in un treno, là dentro una cripta) nel più riuscito I racconti dalla tomba, sempre diretto da Francis nel 1972, mentre Antonio Tentori e Sergio Stivaletti - rispettivamente in vesti di sceneggiatore e regista - ne realizzano un riuscito omaggio tricolore con I tre volti del terrore (2004). 

 

scena

Le cinque chiavi del terrore (1964): scena

 

Il talento di Peter Cushing [1]

 

"(A proposito di Peter Cushing e Christopher Lee) i fondatori Milton Subotsky e Max Rosenberg sapevano bene quanto potenziale avessero i due attori al botteghino e perciò li avrebbero reclutati, sia in coppia che singolarmente, anche per altre produzioni tra cui La casa che grondava sangue, 1979, di Peter Duffel. (...) Le cinque chiavi del terrore è il film che inaugura la formula delle storie a episodi, una peculiarità della Amicus. Cusing è il misterioso dottor Sandor Schreck, ma nella versione italiana si chiama Shock, tratteggiato con sembianze che richiamano vagamente il cinema espressionista tedesco e fotografato privilegiando i chiaroscuri. Anziano, vestito di scuro, cappello a falda larga, guanti a mezze dita, folte sopracciglia ispide, barba grigia e con una borsa nera che porta le iniziali W.R.S., sale su un treno diretto a Bradford. (...) Roy Castle, ricordando la lavorazione del film, dice che Peter Cushing 'era perfettamente consapevole delle luci del set e le usava in maniera molto professionale, portando un cappello a tesa larga che gli calava un'ombra sugli occhi. Mentre pronunciava le sue spaventose battute che finivano con la parola Morte, lo faceva con la faccia nascosta fino a quell'ultima parola. Allora sollevava lentamente il viso e, proprio nel momento giusto, la luce rivelò i suoi penetranti occhi blu'. Castle capì così di trovarsi di fronte a un grande attore."

 

scena

Le cinque chiavi del terrore (1964): scena

 

Critica 

 

"Diseguale nella riuscita, come è fisiologica caratteristica dei film a episodi, Le cinque chiavi del terrore testimonia però della capacità di Francis, grande direttore della fotografia, di evocare con sapienza e gusto delle atmosfere macabre di grande efficacia laddove abbia il materiale narrativo adatto. Ecco che quindi le parti più suggestive sono proprio quelle dell'episodio di raccordo che, con la sua atmosfera sospesa e la sua sinistra quotidianità da pendolarismo surreale, richiama situazioni non dissimili - ma decisamente più cupe - da quelle evocate nella serie televisiva Ai confini della realtà. Cushing è meravigliosamente ambiguo nel ruolo del quieto dottore, ma Lee non è da meno, dando toni di assoluta verità al suo critico saccente, superbo e dispotico, una figura per nulla distante dalla realtà di molti critici. Spiritoso il commento a questo proposto contenuto in Amicus - The Studio That Dripped Blood: 'Gli ammiratori di Christopher Lee hanno a lungo lodato il quarto episodio Disembodied Hand, come una vetrina per una delle migliori interpretazioni dell'attore. Altri nell'industria si dice abbiano suggerito che stava semplicemente interpretando se stesso'. Gli altri episodi vanno dal medio (l'episodio del licantropo, danneggiato da una trama prevedibile, ma arricchito da un'ambientazione cupa e appropriata) al bizzarro, ma non del tutto riuscito (quello sul musicista che ruba una melodia voodoo per arricchirsi e quello sulle piante in rivolta), al barzellettistico (l'episodio tutto sommato divertente, anche se sconnesso e recitato mediocremente, su un vampiro che trova pane per i suoi denti)".

(Fabio Zanello) [2]

 

Le-cinque-chiavi-del-terrorLe cinque chiavi del terrore: scena

 

Visto censura  [3]

 

Sofferti i vari passaggi del film in commissione censura. Il 22 febbraio 1966 Le cinque chiavi del terrore ottiene nulla osta n. 46521, con divieto ai minori degli anni 18. Una successiva sessione, con esito negativo, voluta dalla distribuzione al fine di abbassarne il divieto, si tiene l'8 marzo del 1966. Dal verbale allegato al nulla osta:

"La Commissione (...) sentito, come da richiesta, i rappresentanti della ditta distributrice Filmer, i quali si sono dichiarati disposti ad effettuare eventuali tagli al fine di conseguire l'eliminazione o quanto meno la riduzione del divieto di visione, a maggioranza, ritiene di dovere confermare il divieto per i minori degli anni diciotto, già espresso dalla Sezione di I° grado, in quanto il film contiene numerose sequenze macabre ed ossessive che, per il loro carattere morboso ed allucinante, risultando controindicate alla particolare sensibilità ed alle specifiche esigenze di formazione educativa dei minori di tale età. Tale morbosità è connessa alla stessa configurazione del film e, quindi, non può essere sanata con eventuali tagli."

 

Metri di pellicola accertati: 2691 (circa 98' in proiezione cinematografica).

 

 

NOTE

 

[1] "Peter Cushing e i mostri dell'inferno", a cura di Marco Galeotti (Falsopiano), pag. 136 - 137.

 

[2] "Christopher Lee - Il principe delle tenebre" (Profondo rosso edizioni), pag. 31 - 32.

 

[3] Dal sito "Italia Taglia".

 

scena

Le cinque chiavi del terrore (1964): scena

 

"C'è una fine per tutto... E non è detto che sia sempre la morte."

(Giorgio Gaber)

 

Trailer 

 

F.P. 03/01/2023 - Versione visionata in lingua italiana, DVD Pulp Video 1a ed. (durata: 93'07")

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