Regia di Shawn Levy vedi scheda film
Lo ammetto, sono andata prevenuta. A vedere la versione Martin-Levy di La Pantera Rosa. Sono una cultrice delle avventure dell’Ispettore Clouseau de la Sûreté dal 1963, da quando cioè il genio Peter Sellers rubò la scena a tutto un cast internazionale guidato da David Niven e, complice Blake Edwards, inventò il personaggio più stupido e presuntuoso dell’universo. Non simpatico e, letteralmente, devastante. Ammetto anche di avere riso a questa nuova versione (come non mi era accaduto al “sequel” con Benigni), perché Steve Martin, nella parte del “fallibile” ispettore, Kevin Kline, in quella dell’ispettore capo Dreyfus, e Jean Reno in quella dell’assistente di Clouseau, mezzo Cato e mezzo Hercules, sono molto bravi. Martin ha ricostruito il personaggio sulle sue corde, in qualche maniera “umanizzandolo”. Clouseau non è più un “mostro”, ma un simpatico imbranato, al quale accade addirittura di risolvere un caso (mentre all’ispettore “autentico” non è mai accaduto, se non per accidente, e comunque lui non se n’è mai accorto). Il che evidentemente, per qualsiasi ammiratore della pura follia clouseauiana, è deludente; perché così non si mette più in crisi un intero universo immaginario e spaziale, ma si fa una semplice parodia. La mancanza di una qualsiasi idea di regia (di Shawn Levy) non migliora l’operazione. Tre belle gag: la lezione d’inglese, il mappamondo (soprattutto la “seconda battuta”, stile Python) e il travestimento di Martin e Reno alla festa finale.
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