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V per Vendetta

Regia di James McTeigue vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su V per Vendetta

di axe
8 stelle

In un prossimo futuro - o, visti i tempi, dovrei scrivere "presente ucronico" - la Gran Bretagna è sotto il controllo di un regime dittatoriale, il quale si è affermato grazie alla paura della popolazione, e sopravvive grazie ad un nazionalismo esasperato. Lo sconosciuto V, un uomo la cui identità è ignota ed il volto nascosto dalla maschera di Guy Fawkes, un cospiratore che nel XVII Secolo tentò di eliminare sovrano e parlamentari inglesi mediante un'esplosione, mette in atto un complesso piano che ha lo scopo di spingere alla rivolta la popolazione, eliminando incidentalmente personaggi che a vario titolo hanno contribuito, nel passato, all'ascesa del regime dittatoriale. Al fine di raggiungere tali risultati, V si avvale della collaborazione, inizialmente involontaria, di Evey, una ragazza per lui molto importante, sia per le sue origini, sia perchè impiegata in televisione. Evey, intepretata da Natalie Portman, perse i genitori in giovane età, per il loro impegno nella resistenza. Coinvolta nei piani di V, riceve un trattamento "shock" in grado di liberarla da ogni timore e farle comprendere ciò che è giusto fare. Trovo questo film, tratto dall'omonimo fumetto di Alan Moore, molto ben realizzato. Ho apprezzato l'evocativa ricostruzione della Londra sotto il controllo di un regime dittatoriale, la cui ascesa è parte integrante della trama, e pertanto raccontata un dettaglio per volta. Il partito unico al potere, il "Fuoco Norreno", controllato dal politico Sutler, ha iniziato la sua marcia verso il dominio in seguito ad un conflitto che ha visto coinvolti gli Stati Uniti; l'insicurezza s'è sparsa per il mondo e gli uomini del partito l'hanno accresciuta colpendo il popolo britannico con azioni efferate, gettando la colpa su altri, e "capitalizzando" il terrore alle successive elezioni, presentandosi come un'alternativa che desse sicurezza. L'odio per il "diverso" investì omosessuali, stranieri, dissidenti e chiunque altro non fosse allineato alla morale imposta. Dopo molti anni, spentasi la "vampata" di consenso, il partito unico governa con il terrore e la menzogna. Basterebbe accendere una miccia, per far esplodere la rabbia popolare. A far ciò provvede, letteralmente, V, un uomo le cui identità e caratteristiche rimangono ignote. Probabilmente è il frutto, consapevole e non voluto, di manipolazioni genetiche, effettuate mentre si trovava in un campo di concentramento. Appare motivato tanto da ideali d'interesse collettivo quanto da desiderio di vendetta per tutto ciò che ha subito, e visto subire da molti compagni di prigionia. La co-protagonista Evey è, inizialmente, il prototipo di una cittadina accodiscendente. Nonostante abbia perso, a causa del regime, i genitori, non è animata da spirito di ribellione; il suo dissenso si esaurisce nel campo delle idee, avendo comunque una casa ed un buon lavoro. V le fa perdere queste certezze, e successivamente le fa comprendere per esperienza diretta in quale abisso di terrore si può precipitare. Liberata, così, da paure e preconcetti, Evey aiuta V a portare a termine la sua missione. La sceneggiatura alterna momenti d'azione a sequenze "poliziesche", le quali mostrano le attività dell'investigatore Finch, incaricato di stanare V ed indirizzato da quest'ultimo verso la scoperta della verità sull'affermarsi del regime. Il ritmo non è molto sostenuto; ai numerosi dialoghi è affidato, tra l'altro, il compito di guidare lo spettatore in una migliore comprensione dei fatti. Ho avuto l'impressione che l'intera vicenda stesse un po' stretta nelle due ore di durata; non so esprimermi circa la qualità della resa dal fumetto, perchè non ho avuto modo di leggerlo. Buone prestazioni per Natalie Portman e Stephen Rea, nelle vesti del detective Finch, critico verso il regime benchè membro del partito. V è interpretato da Hugo Weaving; non lo si vede mai in volto. Impossibile non notare analogie tra l'attualità - lotta contro il coronavirus - ed il contesto ricostruito in questo film. Nell'Inghilterra immaginata da Alan Moore, la paura per la diffusione di un virus - creato clandestinamente da agenti legati al partito unico e poi curato grazie all'intervento di aziende farmaceutiche in accordo con lo stesso - è causa della fine della democrazia. Un ottimo film; ricco di azione e tensione, ma anche di contenuti che inducono alla riflessione circa il valore e la fragilità della libertà.

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