Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Nella Napoli del Seicento un governatore malvagio fa incarcerare un mugnaio per approfittare della sua bella moglie; ma il mugnaio evade e si vendica con gli interessi.
Uno dei lavori forse più sottovalutati del tanto incensato Mario Camerini degli anni Trenta è questo Il cappello a tre punte, che può vantare tra i suoi 'effetti speciali' un cast straordinario e una storia dotata di notevole brio. Il soggetto è un romanzo del 1874 dello spagnolo Pedro Antonio De Alarcon, sceneggiato da un tris letterario affatto male composto da Ivo Perilli, Mario Soldati ed Ercole Patti. La base di partenza è ottima, considerando pure la fotografia di Massimo Terzano, il montaggio di Fernando Tropea e i costumi di Gino Sensani, e ancor meglio diviene la situazione alla lettura del cast artistico: se al centro si trovano Peppino ed Eduardo De Filippo, vanno sottolineate però anche le presenze in ruoli di contorno di Leda Gloria, Enrico Viarisio, Dina Perbellini e Arturo Falconi, con particine anche per Tina Pica (che a quanto pare qui esordisce sul grande schermo, quantomeno per l'epoca del sonoro) e per una tredicenne, anch'ella debuttante, di nome Alida Valli. Il cappello a tre punte è un film spigliato e cinematografico in senso pieno – uno dei pochi film non espressamente teatrali cui prese parte Eduardo, per essere precisi – e, pur nella sua brevità, risulta una gradevole visione ancora oggi (poco meno di un'ora e un quarto in totale). 5/10.
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