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La terra dei morti viventi

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La terra dei morti viventi

di DeathCross
9 stelle

Sostanzialmente una versione estesa delle riflessioni da me proposte riguardo al Film nell'omaggio a Romero. 

Fatta eccezione per "Bruiser" (quasi subito distribuito in home video), Romero era rimasto sostanzialmente "disoccupato" come regista da "The Dark Half", anche se viene preso in considerazione per trasporre su pellicola la saga videoludica "Resident Evil". Nei primi anni 2000, gli zombie ritornano in auge grazie a film come il remake di "Dawn of the Dead" dell'esordiente Snyder (tutto sommato divertente ma artisticamente mediocre) e, con risultati nettamente migliori per stile e concenuti, la commedia horror britannica "Shaun of the Dead" di Edgar Wright co-scritta dall'attore Simon Pegg. È inevitabile, quindi, che Romero riecheggi sulla bocca degli appassionati del Genere Horror e così alla fine, dopo fallimentari trattative con la Fox (intenzionata più che altro ad appropriarsi dei diritti del franchise), l'Universal richiama l'Autore dal suo "pensionamento" (forzato?) affidandogli, ovviamente, un nuovo capitolo della sua Saga più celebrata. Il Regista, in realtà, covava da tempo il progetto di un nuovo film zombiesco, rielaborando elementi presenti nello script originario di "Day of the Dead", e con gli altri si erano succeduti diversi titoli, come "Twilight of the Dead", "Dead City" e "Dead Reckoning", rimasto nella trama come veicolo militare. Con uno dei budget più alti a disposizione in tutta la sua carriera (15-19milioni di $) e tutta la libertà creativa necessaria, Romero lavora così a "Land of the Dead". Per ottenere un rating più "morbido" fu realizzata una versione cinematografica parzialmente asciugata, grazie a ritocchi digitali, degli elementi più gore, per poi rilasciare in home video un'edizione uncut.
Il Ritorno di Romero alla sua Saga più celebre, analogamente a ciò che avverrà con George Miller e il suo "Mad Max: Fury Road", non si limita ad una banale operazione nostalgica volta ad accontentare i fan più superficiali ma, bensì, vede un proseguimento attento nella ricerca tematica dell'Autore.
Dopo la progressiva decimazione degli umani mostrata nella Trilogia precedente, qui vediamo una specie di ricostruzione della società pre-esistente ma, a differenza della maggior parte delle operazioni commerciali a tema zombie ("The Walking Dead" inclusa), per Romero l'idea di ritornare alla società precedente l'Apocalisse non è un'utopia da ricercare ma un delirio da evitare, perché la società attuale non è affatto "il migliore dei mondi possibili" come media e istituzioni propagandano. Infatti, la civiltà post-apocalittica mostrata in "Land of the Dead" è rigidamente divisa in ricchi, poveri e zombie. I primi vivono nel lusso all'interno di un grattacielo iperprotetto, estranei alla realtà dei secondi, costretti invece a sopravvivere in condizioni precarie e sottoposti alle rigide leggi del dispotico Kaufman, evidente caricatura della destra bushista («We don't negotiate with terrorists" dice ad un certo punto). Gli zombie, infine, isolati dagli umani, iniziano a mostrare segni d'intelligenza, a partire dall'afroamericano Big Daddy (involontario in "Night", il tema razziale ha avuto sempre importanza nel Cinema di Romero), il quale diventa una sorta di leader spirituale per l'orda dei morti viventi che guida non tanto verso un banchetto antropofago (che pure non manca) quanto verso una Rivoluzione volta ad abbattere le differenze tra poveri e ricchi per poi dirigersi verso un nuovo posto in cui stare. La concezione degli zombie di Romero giunge qui alla sua completa maturazione, diventando metafora esplicita di una Rinascita, di una Ripartenza dell'Essere Umano fondamentale per evitare l'auto-estinzione.
Interessanti anche i protagonisti umani, nessuno veramente "buono" o eroico ma tutti (Kaufman escluso) capaci di gesti e sentimenti positivi, a partire dalla disobbedienza all'ordine costituito in favore di un futuro più umano svincolato dall'autorità e dalla sete di potere. Istanza condivisa dagli zombie.

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