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Scandalo

Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film

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La recensione su Scandalo

di Baliverna
8 stelle

Interessante questo film di Kurosawa, specie per il tema che tratta, e per certe soluzioni narrative che a noi riescono inusuali. Per cominciare da quest'ultimo punto, il film non ha un vero protagonista, o forse ce l'ha nell'avvocato del pittore, che comunque entra in scena quando la vicenda e già avviata. L'azione inizia con le due vittime dello scandalo, che ci si aspetta essere i protagonisti, mentre poi l'avvocato – pur senza monopolizzare il film – diviene il principale oggetto d'interesse del regista. E qui entra il discorso del tema principale del film, che è la reazione che si può avere davanti alle tentazioni della corruzione, il valore della coscienza, e la dignità della persona; tutti temi strettamente collegati. L'avvocaticchio, pressato dal bisogno di mantenere la famiglia e privato di scrupoli dai numerosi esempi di malcostume visti e subiti, finisce per farsi corrompere dal potente padrone del giornale, che con tutta evidenza ha torto marcio. Molti definirebbero il suo comportamento in fondo giustificato, perché o ci si adegua al mondo corrotto e falso di cui siamo circondati, oppure non si riesce neanche a sbarcare il lunario. E poi perché bisogna sempre fare gli onesti e assistere al trionfo dei malvagi? Visto che lo fanno gli altri, perché non farlo anche noi..... e alzi la mano chi non ha mai sentito questi discorsi. Tuttavia..... l'uomo ha una coscienza (se non l'ha già del tutto tacitata e soffocata) ed essa gli rimprovera di essere un verme e un farabutto. Il povero avvocato giunge a far schifo a se stesso, sta male da paura, ma non riesce comunque a trovare la forza di dire un sonoro “No” al corruttore di turno. La forza che poi troverà, pur a sacrificio di una vita pura e innocente, gli ridaranno alla fine la dignità e la pace che aveva perso. Gli ci è voluta una grande umiltà per ammettere davanti a tutti le sue malefatte, ma è proprio così che diviene una stella, come dichiara il pittore ai giornalisti, e dà a tutti un edificante e esempio. Non a caso, poco prima si parlano delle bellissime stelle del cielo che si specchiano nel putrido acquitrino, come a dire che dobbiamo essere stelle pur nel marcio che ci circonda.
Il film mette anche il dito sulla piaga della stampa scandalistica, che espone al pubblico ludibrio persone innocenti col solo scopo di vendere copie. Siamo in Giappone nel 1949.... sono forse cambiate oggi le cose? Non ho dubbi che se Billy Wilder vide questo film, gli piacque di certo. E' un'opera tecnicamente non eccelsa (qualche momento è forse un po' deboluccio), ma che acquisisce molto valore aggiunto grazie ai temi morali trattati. Del resto Kurosawa, che non credo fosse cristiano, era uno di quei pochi grandi uomini che sanno leggere i valori che il Creatore ha impresso in ciascuno di noi, i quali possiamo seguire o calpestare.

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