La recensione su Le giornate intime di una donna

La giovane entraîneuse Linda Vargas (Montserrat Prous) intrattiene in un night il sig. Ortiz (Manuel Pereiro), quindi si propone di trascorrere, in intimità, con lui l'intera notte. Dopo aver fatto bere l'uomo, che cade in un sonno profondo, Linda telefona alla polizia denunciando un delitto, quindi si uccide posando il coltello tra le mani di Ortez. Il commissario Hernandez (Jesús Franco), giunto sul luogo a seguito della chiamata, non ha dubbi: Ortiz è un assassino. Ortiz, da dietro le sbarre, chiede aiuto alla moglie, pregandola di indagare per dimostrare la sua innocenza. La donna comincia incontrando Anna De Monterray (Anne Libert), intima amica (e amante assieme al marito Alberto) di Linda, e prosegue calandosi nella vita promiscua della ragazza. Tra servizi fotografici di nudo in compagnia della spogliarellista Maria, rapporti occasionali con donne e uomini, e uso di sostanze stupefacenti, lentamente la realtà viene a galla, disvelata da un diario segreto di Linda, custodito proprio da Maria: fuggita da un paese di provincia nella speranza di una vita migliore, nemmeno maggiorenne Linda, appena giunta in città, ha subito violenza sessuale su una giostra di un parco giochi. Quell'uomo, che le ha rovinato la vita conducendola poi a vivere esperienze estreme, era proprio Ortiz...

Da un soggetto di Franco, si sviluppa un debolissimo giallo adattato per lo schermo da Elisabeth Ledu de Nesle (pseudonimo di Franco o reale sceneggiatrice? Figura accreditata in quegli anni, in tale ruolo, solo al precedente Les ebranlées e al successivo La comtesse perverse). Le journal intime d'une nymphomane è un modestissima produzione francese (ma girata ad Alicante, in Spagna) per la quale Franco tenta di raggiungere a fatica il metraggio sufficiente, inserendo ripetute scene di nudo con le tre protagoniste (Linda, Maria e Anna De Monterrey) intente ad offrire ai nostri occhi le loro grazie, facendosi riprendere in solitudine (spesso rotolando sul letto, esponendo fronte e retro, per infiniti minuti) o in coppia.

Senza mai eccedere in dettagli intimi (siamo pur sempre nel 1973) il regista insiste nel tentativo di proporre contesti morbosi, per quanto improbabili (la moglie di Ortiz si diletta lesbicheggiando in compagnia di Maria, mentre legge il diario di Linda). Nulla da dire sul buon gusto estetico di Franco, certificato dalla scelta di attribuire il ruolo di ninfomane alla sensualissima Montserrat Prous, attrice al debutto molti anni prima in un western italiano diretto da Duccio Tessari (Il ritorno di Ringo, 1965) e quell'anno interprete anche su un altro set del regista, Los ojos siniestros del doctor Orloff. Se si esclude -a puro titolo di curiosità- la solita comparsata di Howard Vernon (nei panni del dottore che cerca di aiutare, inutilmente, Linda) e quella dello stesso Franco (l'ispettore) quel che resta sembra un lungo, pasticciato e irrisolto filmato di nudi femminili assimilabile a quegli anonimi video promozionali di chat erotiche che, per lungo tempo, venivano trasmessi a notte fonda sui canali privati. E che Franco stesso fosse ben consapevole delle scarse potenzialità del film, sta a testimoniarlo il fatto che lo abbia siglato come Clifford Brown.

"Una ninfomane è una donna ossessionata dal sesso come lo è qualsiasi uomo." (Mignon McLaughlin)

F.P. 07/10/2019 - Versione visionata in lingua francese (durata: 86'44")