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Le passeggiate al Campo di Marte

Regia di Robert Guédiguian vedi scheda film

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La recensione su Le passeggiate al Campo di Marte

di FilmTv Rivista
8 stelle

Tratto liberamente dal libro biografico di Georges-Marc Benamou, Le dernier Mitterrand, il nuovo film di Robert Guédiguian racconta gli ultimi mesi di vita e di potere del presidente francese. E lo fa attraverso la testimonianza di un giovane cronista di sinistra, interpretato da Jalil Lespert, che del leader socialista cerca di tracciare il profilo giornalistico, dalle sue parole e dalle sue azioni ma anche dal suo passato. Ecco, la parola magica di queste Passeggiate al Campo di Marte è passato, quindi memoria. Il film si presta ad un equivoco, quello del biopic che in quanto tale potrebbe non interessare chi non è francese. Invece l’uomo Mitterrand, così intensamente interpretato da Michel Bouquet, è un pretesto per un’indagine sul Dna di una nazione e di un’Idea, quella socialista, che ovviamente non è patrimonio dei francesi. Guédiguian, certamente più a sinistra del presidente, ne sottolinea luci e ombre, e questo fa parte del metodo d’indagine su un personaggio realmente esistito. L’aggiunto valore artistico sta nell’umanità con cui la materia è trattata, nel rispetto che sta dietro l’utilizzo pudico della macchina da presa, nell’etica profonda con cui si affronta il tema della morte anche se riferito a una figura destinata all’imbalsamazione dei ricordi, delle celebrazioni, e che però aspira alla grandezza dei sepolcri di marmo di Chartres. D’acciaio “vulnerabile” questo Mitterrand. E il cineasta marsigliese, scegliendo il punto di vista del giovane giornalista (l’età anagrafica sarà anche quella delle illusioni e della politica senza compromessi?) scava per esempio tra gli archivi di Vichy, in ferite che non si rimarginano. Senza intento inquisitorio, anzi con la volontà di dissipare dubbi per ristabilire il candore di uomini e idee. Una partecipazione idealistica da parte del narratore, certo, ma anche un sintomo di passione. Quella di Guédiguian è una concezione alta del cinema, perché prevede che ci si metta tutti in gioco. Lui per primo e noi subito dopo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 11 del 2005

Autore: Mauro Gervasini

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