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Un marito per mia madre

Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film

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La recensione su Un marito per mia madre

di alan smithee
7 stelle

H-G. CLOUZOT

In una sera del 1898, la giovane e bella Miquette Grandier (Danièle Delorme), che aiuta saggiamente la madre vedova nella gestione di un piccolo negozio della cittadina di provincia di Casteldon, rimane folgorata da una rappresentazione teatrale di El Cid, tanto da raggiungere dietro le quinte il capo-comico della compagnia, Monchablon (Louis Jouvet), per complimentarsi. Costui, donnaiolo affascinato dalla bellezza candida della ragazza, asseconda la confidenza ricevuta dalla ragazza, che gli confida di avere ne  lcassetto da sempre il sogno di divenire un'attrice drammatica famosa, e le propone di seguirlo nella capitale parigina.

Intanto la ragazza, trascorrendo le giornate sempre in negozio, scambia talvolta  confidenze con l'impacciato e timido nobiluomo Urbain de la Tour Mirande (Bourville), che preferisce Miquette alla nobile che suo zio vuole rifilargli in sposa: ma entrambi non riescono a vincere la timidezza e si corteggiano discretamente, tanto discretamente da non riuscire mai a ufficializzare questo reciproco affiatamento. Lo zio di Urbain intanto, accortosi della simpatia reciproca tra i due, cerca di indurre il noto anziano attore a portarsi con sé Miquette a Parigi, illudendola di aprirle le porte per una notorietà veloce e senza ostacoli.

Risultato immagine per miquette et sa mère photo

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Fuggita con l'infido zio di Urbain, che la conduce a Parigi proprio da Montchablon per allontanarla dal nipote, Miquette inizia a dedicarsi alla recitazione, ma la sua involontaria verve comica la rendono una interprete più indicata per un genere leggero di commedia, piuttosto che l regina dei testi classici e delle tragedie di cui la ragazza si sognava un giorno protagonista assoluta. 

Intanto la madre di Miquette, preoccupata per la fuga della figlia, si reca a Parigi a cercarla, e lo stesso fa Urbain, davvero preoccupato di finire al centro di un matrimonio combinato che egli vuole evitare più di ogni altra cosa. Una serie di vicissitudini complicherà in modo comico l'intreccio, e finirà per delineare un doppio intreccio amoroso, uno già ben delineato, l'altro completamente inedito, inerente la tenace madre di Miquette.

Nuovo alla commedia sofisticata, che H-G. Clousot traspone in questo caso l'omonima pieèceteatrale di Robert de Flers e Gaston Armand de Caillavet (Miquette et sa mére, come il titolo originale del film), il gran regista in realtà ha sempre infarcito i suoi noir e i suoi thriller con scorci di vita cittadina e di borgata che spesso divenivano il contorno essenziale (ne I diabolici, ad esempio, tra vicini di casa dell'amante assassina e i colleghi professori della protagonista-vittima), se non addirittura il fulcro (la gente ricattata dagli scritti anonimi ne Il corvo) dell'introgo sottostante. 

Risultato immagine per miquette et sa mère photo

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Clouzot adora la voce del popolo, la sua malizia, ed ama descriverne le bassezze, i sotterfugi, le meschinità più celate, quelle che arrecano danno e fanno male, ma arrecano insana soddisfazione nelle menti diaboliche che le escogitano: tutte circostanze che rendono stupendi i suoi personaggi di contorno (si pensi alla fauna che popola il suo film d'esordio L'assassino abita al 21).

Qui con Miquette la commedia si fa sofisticata, scatenata con i ritmi indiavolati e brillanti che sembrano aspirare allo stile americano di Hawks (quello dell'impareggiabile Susanna!, per intenderci), con una protagonista dal timbro di voce civettuolo e svelto che pare una macchietta, ma che risulta anche spesso divertente.

Non tutto funziona alla perfezione, peraltro, e nella giravolta frenetica di vicissitudini e tranelli, tra litigi, battibecchi a volte davvero divertenti, tra supplellettili e porcellane in frantumi, non sempre il ritmo appare consono alle situazioni.

Ma il film, brillante e ben ambientato in un passato già lontano agli inizi anni '50, appare un buon diversivo in cui osa avventurarsi il bravo regista, come a dimostrare di saper lavorare con destrezza su più fronti, allontanandosi per una volta dai territori più familiari del thriller e della suspence che lo hanno reso uno dei più amati autori francesi e non solo.

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