Regia di Pål Øie vedi scheda film
Opera prima di notevole livello che riprende i temi cari al thriller norvegese classico aggiornandoli alle sensibilità del presente. Buono il livello di tensione, perfetta la location. Il successo del film rilanciò in pratica la produzione di film di genere thriller in Norvegia.
L'allora trentenne regista norvegese Pål Øie propone nel 2003 con “La foresta misteriosa” un quasi remake del classico del brivido norvegese anni '50 “De dødes tjern”. Dico 'quasi' perché pur rispettando il nucleo fondamentale della sopracitata opera di Bergstrøm, non si limita certo ad un copia e incolla migliorato solo tecnicamente, ma ne aggiorna invece i temi alla sensibilità dell'uomo del secolo XXI. Anzi, per alcuni versi (leggasi: atmosfere) l'autore sembra persino aver preso in prestito da “The Blair Witch Project”. Sia come sia, sono certo che quello che mai l'esordiente Pål Øie avrebbe pensato, scrivendo e girando il film, era di resuscitare il dormiente genere thriller nel panorama cinematografico norvegese. E di ciò bisognerebbe dargliene atto e ringraziarlo, considerati gli ottimi prodotti che son poi venuti fuori nei tredici anni successivi. Per quel che riguarda le interpretazioni, il ruolo di Gunnar è ricoperto dal sempre affidabile Bjørn Floberg, mentre del resto dell'allora giovane e misconosciuto cast, Kristoffer Joner è diventato nel frattempo uno degli attori di maggior prestigio a livello nazionale mentre gli altri non ricordo di averli visti in nessun altro film, nonostante segua piuttosto da vicino il cinema norvegese. Molto bello l'accompagnamento musicale, semplicissimo quasi a voler rimarcare la primordialità di luogo e situazione e non meno affascinante la canzone sui titoli di coda. Impagabile infine la location, tipica natura norvegese, vero plus del film (e di questo stupendo Paese). Da notare che ne è stato realizzato un sequel nel 2015.
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