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La cameriera

Regia di Roberto Bianchi Montero vedi scheda film

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La recensione su La cameriera

di undying
4 stelle

Uno dei primi derivati di Malizia (Salvatore Samperi, 1973), interpretato da attori poco noti ma con presenza di graziose protagoniste (Daniela Giordano, Anna Melita e Rosemarie Lindt). Nonostante i limiti d'una sceneggiatura poco curata e un cast non proprio memorabile, la buona regia di Roberto Bianchi Montero lo rende degno d'una visione.

 

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In casa del barone Ruggero (Mario Colli), rimasto vedovo con due figli ormai adulti - Massimino (Enzo Monteduro) e Cristina (Annamaria Tornello) - una giovane cameriera veneta (Marietta/Daniela Giordano) turba la serenità di famiglia, diventando ben presto motivo di attenzione da parte dei due maschi. La situazione è destinata a movimentarsi ulteriormente quando al paese, da Brooklin, giungono Rosalia (Carla Calò) e Concetta (Anna Melita), rispettivamente moglie e figlia di Don Calogero, un mafioso (i cui beni sono amministrati da Ruggero), che avrebbe voluto tornare in Italia, morendo (per l'emozione, sic) durante il viaggio di rientro. Massimino s'invaghisce di Concetta, mentre Ruggero tenta di sedurre, senza mai riuscire nell'impresa, la sensuale cameriera. Per evitare di rendere conto dei sostanziosi ammanchi nei conti del mafioso deceduto, Ruggero propone a Rosalia di diventare sua moglie.

 

"Dottore del cazzo... non mi risulta, in tutta la storia della medicina, che la frégna abbia mai subìto lussazioni o slogature"...

(Ruggero commenta il comportamento del medico, interpretato da Giacomo Furia, intenzionato a prestare soccorso a Marietta)

 

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La cameriera: Daniela Giordano

 

Il clamoroso successo di Malizia (Salvatore Samperi, 1973) ha dato corso a una lunga serie di derivati, inizialmente quasi identici nella trama, poi via via diversificati sino a dare origine al filone della commedia sexy. La cameriera (capostìpite del corposo sottogenere con protagoniste, appunto, cameriere), dopo un inizio che ricalca anche a livello di territorialità la pellicola di Samperi, procede poi in maniera piuttosto confusa ampliando il numero di soggetti presenti sulla scena. Se da un lato mancano attori in grado di dare credibilità ai personaggi (al contrario di quanto avvenuto per Malizia), il reparto femminile offre almeno tre bellezze delle quali una (Rosemarie Lindt) poco sfruttata, nel ruolo di ex ballerina delle "Folies Bergère" (presente in flashback nel ruolo della defunta moglie del barone). La Giordano, al suo primo ruolo nel genere e tutto sommato decisamente adatta alla parte, sarà destinata a ripetersi pur non ottenendo mai il successo delle più apprezzate colleghe. Ai testi troviamo Adriano Asti, già sceneggiatore di Il mio corpo con rabbia (1972), La ragazza di Via Condotti (1973) e, a conclusione di una carriera non proprio memorabile, L'infermiera... di mio padre (di nuovo con la Giordano protagonista) Il pomicione (entrambe pellicole del 1976). Per fortuna, a rendere perlomeno guardabile il film, poco comico ma decisamente spinto verso l'erotico, contribuisce l'ottima regia di Roberto Bianchi Montero (padre di Mario Bianchi), un abile cineasta in grado di trattare con discreto risultato ogni genere cinematografico. La cameriera rimane un film di nicchia, consigliato solo a chi intendesse approfondire - anche nelle sue diramazioni più a bon marché - questo prolifico e fortunato filone popolare. 

 

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La cameriera: Enzo Monteduro e Anna Melita 

 

Enzo Monteduro e "La cameriera"

"Lo girammo a Gallipoli. Mi volle Roberto Bianchi Montero, che fece con me come con Tina Pica, che fece diventare famosa, perché in una riunione disse: 'Ma signori miei, c'è una vecchietta - vecchietta in senso di riguardo, non come espressione patologica - che entra, dice 'Buongiorno' e fa ridere tutti, perché dobbiamo far fare la protagonista ad un'altra?'
E le fece fare, con l'assenso di tutti, La zia d'America. È Montero che mi ha imposto come protagonista, mi ha allargato la parte, perché aveva visto che come comico funzionavo.
'Scusate' - disse - 'abbiamo un ragazzo, un attore che appena lo vedi ti fa ridere, ma perché deve fare solo tre pose?'.
Per cui gli sono molto debitore. Daniela (Giordano, n.d.r.) la ricordo poco, il suo agente era Nicotra. Era una ragazza simpatica e simpatico era pure il suo personaggio, la serva Marietta, che io chiamavo Culetta... Io ogni tanto infatti sbagliavo nome, perché la vedevo sempre di spalle che spolverava le poltrone. Era bellissima, e penso che abbia smesso di fare l'attrice per questioni di cuore. La Melito (Anna, n.d.r.) era una bella ragazza, e devo dire che mi piaceva molto."

(Enzo Monteduro) [1]

 

20230805-025224La cameriera: Rosemarie Lindt 

 

Critica 

 

"Marietta (Daniela Giordano), è la bella cameriera del barone Petralia (Mario Colli), talmente formosa da avere tutti gli occhi del paese puntati su di lei. Persino quelli del figlio Massimino (Enzo Monteduro). Marietta vorrebbe tanto cantare e ballare nel mondo dello spettacolo. Intanto al paese arrivano la vedova e la figlia del boss italo-americano i cui beni sono amministrati proprio da Petralia. Film praticamente gemello del successivo Calore in provincia, che anticipa, inoltre, il similare L'infermiera di mio padre, sempre con lo stesso cast, ma con Mario Bianchi, figlio di Roberto Bianchi Montero, alla regia. Così così. Daniela Giordano parla oggi di Montero come di una brava persona. Pochi i suoi nudi. «Nudo integrale non l'ho mai fatto. Mettevo il cache-sex, poi si toglieva. Di solito venivo eliminata ai provini quando dicevo che non facevo nudo integrale». Enzo Monteduro spiega invece, nella sua intervista a Cine70, come ottenne il ruolo del protagonisa: «Antonio Morelli, dirigente dell'Anica e dell'Unac, che mi recensiva continuamente, fece una telefonata al produttore: 'Ti mando un ragazzo'. Luigi Alessi, il produttore, mi voleva attribuire un personaggio di tre giorni, un soldato con la fidanzata. Io andai, feci il provino, e seppi che che da quei tre giorni mi presero come protagonista assieme a Mario Colli, molto bravo... Lui faceva il barone, io ero suo figlio e insieme corteggiavamo la cameriera, che era Daniela Giordano. Lo girammo a Gallipoli». (...) Didier Lefevre, Medusa Fanzine, oltre a notare che Daniela Giordano non ha nulla da invidiare a Gloria Guida e Nadia Cassini, si domanda «perché in questo film (come nella maggior parte delle commedie sexy italiane) le donne hanno un abbigliamento intimo impeccabile quando i maschi portano dei mutandoni 'Marcel' o slip da canguri spesso troppo larghi». Per Piero Virgintino, La Gazzetta del Mezzogiorno, è un film raffazzonato con totale insipienza dal veterano Roberto Montero, modesto artigiano del cinema. Tutto girato nell'estate del 1974 nel Leccese, a Taurisano, Gallipoli, Diso. Nelle cronache leccesi si parla di Villa Franite, proprietà del Comm. Tamborrino, di Acquaviva, Nardò. Vietato ai minori di 18 anni. Uscito in Francia come Il était un fois une petite culotte, con sequenze hard addizionali. Frasi di lancio: «Maliziosamente peccaminosa, comicamente impudica, bella, sensuale provocante, è... La cameriera». Prima: Catania 24 dicembre 1974."

(Marco Giusti) [2]

 

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La cameriera: Enzo Monteduro e Daniela Giordano 

 

Nota sulla versione visionata

 

Nonostante nel 2018 sia stato richiesto un nuovo nulla osta, per una edizione dvd, La cameriera è rimasto inedito in home video. La versione trasmessa in 1ª visione assoluta su Cine34, il 5/8/2023, sembrerebbe essere integrale sia in considerazione della durata, sia in virtù di questo nuovo visto censura.

 

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La cameriera: Mario Colli

 

Visto censura [3]

 

Il 19 ottobre 1974, con visto censura n. 65345, La cameriera ottiene "parere favorevole alla concessione del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto di visione ai minori degli anni 18, in considerazione della scurrilità e volgarità sia del linguaggio che di vari atteggiamenti e per le frequenti scene di nudo femminili con particolare carica sensuale."

 

Metri di pellicola accertati: 2570 (94'30" a 24 fps). 

 

In occasione di una nuova richiesta, avanzata per una edizione dvd poi mai andata a buon fine, viene rilasciato un secondo nulla osta (n. 113049) il 15 marzo 2018. In questa circostanza il film ottiene una derubricazione, potendo essere visionato senza più alcuna limitazione d'età. 

 

Sinossi estratta dal verbale allegato al nulla osta 

 

"I personaggi del racconto sono tutti pugliesi di vecchio stampo, meno Maria e il suo moroso. Il barone e suo figlio Massimino, un giovanotto di venticinque anni non fanno eccezione alla regola. Vigilano sulla integrità fisica della figlia e sorella Cristina ma attentano all'integrità di altre figli e sorelle. Maria la cameriera, venuta del Nord peccaminoso ha ringiovanito il barone e sollecitato il maschio in embrione del figlio a fare a chi arriva primo, Maria però non è femmina ignara e li ferma sempre a tempo prima d'essere a portata delle loro...zampe. La lotta è ad armi pari. Il barone si giova dell'esperienza (fu sposato ad una ballerina francese che l'ha lasciato vedovo e sconsolato), Massimino, ha dalla sua la giovinezza. Un giorno arriva la notizia che pioveranno da Brooklin Don Calogero Calamarà, Rosalia sua moglie e Concetta loro figlia: Connie. Don Calogero, un mafioso arricchitosi, ritorna a casa in Italia per godersi i soldi nel suo paese. Il ritorno di Don Calogero è una calamità per il barone. Con la morte nel cuore si prepara a riceverlo. Gli organizza pure dei festeggiamenti in piazza. Il giorno dell'arrivo scendono da una macchina due donne in nero... una bara. L'emozione del ritorno ha troncato la vita del mafioso. Ma l'America ha scafato Rosalia, chiede di vedere subito i conti del patrimonio che il barone ha amministrato: il barone decide di sacrificarsi a dopo molte schermaglie la chiede in moglie. Massimino innamoratosi di Connie decide di sposarla, ma il barone si accorge che Connie non è la santarellina che vuol far credere di essere ma la ragazza lo ricatta, o tace o denuncerà il barone per i vari ammanchi di cassa, il barone si prende un coccolone. Si svolgono così le doppie nozze, mentre a Maria, la cameriera, non resta che tornarsene al suo paese con il suo moroso."

 

 

NOTE

 

[1] "Cine 70 e dintorni" n. 8, intervista a cura di Paolo Albiero e Franco Grattarola, pag. 21.

 

[2] "Dizionario Stracult della commedia sexy" (Bloodbuster), pag. 145 - 146.

 

[3] Dal sito "Italia Taglia".

 

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La cameriera: Anna Melita 

 

"Che si tratti dei miei occhi, della mia bocca, dei miei seni o della mia vagina, il mio corpo è solo un altro strumento per esprimermi."

(Matilda De Angelis)

 

OST di Alberto Baldan Bembo

 

05/08/2023 - Versione integrale visionata in lingua italiana su Cine34 (durata: 91' ca)

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