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Embrione

Regia di Koji Wakamatsu vedi scheda film

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carlos brigante

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La recensione su Embrione

di carlos brigante
8 stelle

"Perisca il giorno in cui nacqui! Perché non sono morto nell'utero? Perché non sono spirato appena uscito dal grembo?" (Giobbe, Sacra Bibbia).
Titoli di testa sovraimpressi a feti. Stacco: pioggia e vento e due corpi che amoreggiano in auto immersi in una fotografia buia e cupa dalle tinte grigio-verdi. Ecco come Wakamatsu catapulta lo spettatore in un'atmosfera orrorifica in cui il senso di morte e di alienazione si fa subito opprimente. Poi i due amanti si recano nell'appartamento di lui, Marukido, ed è lì che il delirio sadico-visionario prende forma. Per Marukido è il ritorno ad un nuovo utero materno, isola di salvezza da un mondo (per lui) brutale, dove egli può nuovamente essere libero e "ritrovare" il proprio deviato Sè. Per la donna è solo l'inizio di un incubo psico-fisico fatto di segregazione, privazioni e torture.
"Tutti fanno e allevano figli, ma io non voglio. - afferma Marukido - Per questo mi sono fatto operare, per on avere figli. Il tepore del ventre materno è una vera beatitudine, il paradiso. Ma non c'è solo quello, sarebbe bello che finisse tutto lì. Quando il bambino nasce, passa dal ventre della madre a questo mondo, da un mondo felice a questo inferno, questa valle di lacrime. Attraversa un passaggio scuro e stretto verso questo mondo pieno di ferite e di sangue. E' un inferno, è il vero dolore dell'inferno."
Flashback ipercontrastati e luminosi che tagliano il buio grigio-verdastro di un presente orribilmente sadico. La mdp si dimena e poi si placa improvvisamente come a seguire l'altalena schizofrenica di un uomo la cui mente non riesce a vivere in maniera naturale i suoi rapporti con le donne. Per lui sono solo cagne da ammaestrare ed indirizzare sulla "retta via" .
"Per me, la violenza, il corpo e il sesso sono parte integrante della vita" (K. Wakamatsu)

Cosa cambierei

8

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