Regia di Steve Carr vedi scheda film
La disoccupazione e la perdita del lavoro tagliano drasticamente le entrate e le possibilità economiche, trasformano i ruoli familiari e solleticano l’ingegno di Charlie (Murphy) che si rende conto, osservando il mercato e i costi, che c’è una domanda alle quale si può offrire una soluzione vantaggiosa: aprire un asilo gestito dai padri. Ad una prima valutazione non dovrebbe essere troppo difficile. Però - lo sa anche chi non ha figli - i bambini urlano e piangono, producono rifiuti organici in quantità industriale, possono provocare piccoli uragani domestici. Charlie e il suo amico Phil (Jeff Garlin – come suggerisce un critico britannico - avrebbero potuto, per evitare i guai del nuovo lavoro, vedere almeno Un poliziotto alle elementari. Eddie Murphy che parlotta con gli animali in Dottor Dolittle, legge storie della buonanotte e si divincola nella comicità da “bagno” in L’asilo dei papà fa capire che il tempo per il dirompente e trascinante comico di 48 ore e Beverly Hills Cop è scaduto. Il problema è capire se questa frequentazione del filone dei “family film” è l’ immagine gradevole, innocua e soft di un nuovo Murphy. La regia di Steve Carr non aiuta a rispondere. In un ruolo di contorno si apprezza Angelica Huston.
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