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Paris nous appartient

Regia di Jacques Rivette vedi scheda film

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La recensione su Paris nous appartient

di mm40
6 stelle

Jacques Rivette, appartenente alla generazione della cosiddetta Nouvelle vague, compie lo stesso percorso dei suoi colleghi: dalla pagina stampata (faceva il critico cinematografico sulla Gazette e sui Cahiers du cinema) alla macchina da presa. Il passaggio gli viene però facilitato da due 'fratelli maggiori', Truffaut e Godard (in realtà entrambi anagraficamente minori di lui), già assurti alla celebrità e in grado di produrre questo esordio firmato Rivette. Paris nous appartient è un film oltremodo complesso: sia nella realizzazione (le due ore e un quarto di pellicola richiesero due anni per essere completate, fra il 1958 ed il 1960), sia dal punto di vista della trama, che vede sostanzialmente Anne, giovane studentessa parigina, rincorrere a vuoto una verità scomoda (o inesistente?) lungo la capitale, passando di stanza in stanza, di parco in teatro, di mezza bugia in mezzo indizio. La verità, come si intuisce facilmente fin dall'inizio - quantomeno dall'ingresso in scena del turbato paranoico Philip - è quanto mai lontana dal rivelarsi; i personaggi sono piuttosto ben definiti, ma i meglio costruiti sono l'affascinante Terry ed appunto il misterioso Philip, mentre della protagonista effettiva si sa poco o niente. All'interno di questo meccanismo a spirale si inseriscono le tematiche più disparate, con tanto di omaggio al teatro ed al cinema (in particolare Lang, di cui viene apertamente citato Metropolis), senza tralasciare una sottile componente erotico-sentimentale (Terry 'mangiauomini' o Gerard perennemente ambiguo nelle sue attenzioni) e gettando uno sguardo interessato ed attivo, combattivo - altra peculiarità della Nouvelle vague - sul mondo politico. Rivette ci consegna un film certo non brutto, ma dalle idee disparate ed assemblate in maniera forse troppo confusionaria, che vive del sottilissimo fascino dell'arcano irrisolvibile, del perenne dilemma fra realtà e delirio, fantasia, menzogna. 6/10.

Sulla trama

Juan viene trovato suicida. Si era appena lasciato con Terry, che ora sta con Gerard, regista di una compagnia teatrale amatoriale. Nella compagnia entra Anne, giovane studentessa cui Gerard rivolge molte attenzioni. Anne conosce anche Philip, amico comune della compagnia, inglese paranoico che sostiene che Juan sia stato ucciso da un complotto politico e che la prossima vittima sarà Gerard.

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