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Cose di questo mondo

Regia di Michael Winterbottom vedi scheda film

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La recensione su Cose di questo mondo

di tobanis
6 stelle

Era un po’ che inseguivo questo film, che aveva vinto a Berlino nel 2003. Si narra di come due afghani, profughi in Pakistan, cerchino di andare a Londra via terra, per farsi una vita. Attraversato il Pakistan, passano in Iran, ma in un controllo vengono beccati e riaccompagnati in Pakistan. Cioè, non si può passare da uno Stato all’altro, probabilmente. In realtà, il Pakistan, per come lo si vede, è un postaccio, non c’è un filo d’erba a portarlo, e l’Iran, idem, non vedi ste grandi differenze, ma vuol dire che ognuno tiene molto ai suoi pietroni secchi, da quelle parti. Ritentano, giungono a Teheran, da là, fino al confine turco, che scavalcano di notte, a piedi, in mezzo ai monti, sotto la tormenta. Arrivati in Turchia, dopo essersi rimessi in forze, arrivano a Istanbul. Bazzicano sempre le parti più degradate, anche Istanbul è qua vista come miseria, povertà anche morale, visi da banditi (tali quali in Iran e Pakistan, peraltro). Senza tante spiegazioni, vengono chiusi in un camion, caricati su un traghetto e spediti a Trieste. Le proibitive condizioni del viaggio, chiusi come sardine, senza cibo o acqua, faranno una strage, dei loro compagni di viaggio. L’unico arrivato vivo, in pratica, è il ragazzo, che vivacchia a Trieste; grazie a un furto ha i soldi per arrivare a Parigi, da là, alla costa francese. Di nascosto, alla fine arriva a Londra.
Il film è visto come una “docufiction”, a metà tra documentario e film, gli attori sono non professionisti, la storia è semi vera (il ragazzo arrivò veramente a Londra, avrebbe dovuto essere espulso a 18 anni, poi non so come sia andata). Il tutto non è malvagio, e viene supportato, nella sua notevole lentezza, grazie a musiche veramente magnifiche, vera colonna che sorregge il film.
Il film è classico da festival, vinse a Berlino, in maniera assurda, perché non era il più bello, ma era di denuncia, era molto radical chic, e insomma fu preferito a cose tipo La 25a ora, che è un mezzo capolavoro, o Hero, che gli è superiore, o altri che se la potevano giocare come Alexandra’s project, Confessioni di una mente pericolosa, Goodbye Lenin!, Solaris, Io non ho paura. Ma tra questi era quello più serio e triste, dunque ha vinto.

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