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L'uomo che uccise se stesso

Regia di Basil Dearden vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che uccise se stesso

di Donapinto
7 stelle

Ultima regia cinematografica per il veterano britannico Basil Dearden, cui seguiranno alcuni episodi diretti della famosissima serie televisiva ATTENTI A QUEI DUE. L'UOMO CHE UCCISE SE STESSO e' un intrigante ma anche inquietante giallo parapsicologico, che sfrutta il tema del "doppio", in una sorta di Dott.Jeckil & Mr.Hide in versione aggiornata e moderna. Harold Phelam (Roger Moore) e' un'attraente e altolocato uomo d'affari londinese, che vive una vita regolamentata dalle convenzioni borghesi, tutto lavoro e famiglia, senza concedersi il benché minimo svago, se non qualche nuotata in piscina insieme a un collega. Ma e' dopo esser stato vittima di un gravissimo e misterioso incidente automobilistico che gli e' quasi costatato la vita, che qualcosa sembra radicalmente cambiare nella sua poco movimentata esistenza. Phelam e' convinto di essere alle prese con un sosia, ma con abitudini completamente diverse dalle sue. Il suo alter ego negativo (o positivo, a seconda delle opinioni) e' determinato e spietato negli affari, libertino, infedele e vincente nel gioco d'azzardo. In una confezione British tipicamente anni 70', il film di Dearden da vita a un'opera di sicuro interesse, che mostra una società borghese sempre più cinica e aggressiva, rappresentata da quel Phelam che fino alla fine non si sa se esiste realmente, o se si tratta di uno sdoppiamento di personalità del protagonista, tanto da far riflettere l'ormai anziano presidente della società dove Phelam lavora, che lamenta come ormai il mondo degli affari sia diventato così cinico e spietato. Sorprende l'interpretazione di Roger Moore, attore che ci ha sempre abituato a interpretazioni di personaggi autoironici e simpaticamente donnaioli, quali Simon Templar, Lord Sinclair e James Bond. Ottimo in entrambi i ruoli, sia del Phelam ligio ai doveri di cittadino modello, sia del Phelam che forse un po' tutti, sotto sotto, vorremmo essere. Bella e drammatica resa dei conti finale.

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