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Elf Me

Regia di YouNuts vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Elf Me

di Souther78
4 stelle

Un film italiano che si apre con il nome della "AMAZON MGM" è una tristezza doppia... e la stentata ironia dell'opera non riesce proprio a cacciar via il senso di fastidio e ansia che questa "casuale" acquisizione porta con sè. La fine del cinema ha subito un'accelerazione, ed è sempre più palese.

AMAZON MGM Studios. Un attimo di gelo e sconforto, poi mi sovviene: dopo la fantapandemia che ha fatto collassare cinema e compagnie aeree, e arricchire a dismisura Amazon, quest'ultima ha agevolmente comperato la MGM. "Come il leone della Metro Goldwyn Mayer, che dava inizio ai sogni miei"... cantava un Ramazzotti poco più che ragazzino. Ecco, quei sogni sono svaniti, infranti contro il la pietra nera (BlackRock), che sotto forma di Amazon e mille altri marchi, insegne, prestanome, o nomi fittizi ormai controlla il mondo, con tentacoli che avviluppano pure Enel, Poste italiane (italiane?! Bah!), TIM, etc.

Ma, ehi, tranquilli: va tutto bene! C'è la concorrenza e il libero mercato, eh! Non esiste alcuna massoneria internazionale che ha pianificato tutto quello che sta accadendo da decenni, e i politici sono autentici, genuini e non marionette del WEF.

 

Quindi, sì, dopo un'apertura simile, ci possiamo spiegare facilmente perchè i titoli di testa sono in inglese, benchè i nomi e la produzione siano interamente italiani. Non è dato sapere cosa abbiano potuto fare i registi per farsi realizzare il film da AMAZON MGM, ma probabilmente ciò dovrebbe far riflettere sul fatto che se due semisconosciuti di registi con un nome d'arte da 12enni, reduci da un paio di produzioni una più disastrosa dell'altra, riescono a farsi produrre un film dal colosso che controlla le nostre vite, forse non è un caso. Forse è solo l'indice del fatto che se allunghi i tentacoli ovunque ciò ti permette di controllare tutto (e quindi tutti). Del resto il cinema è ormai una delle principali fonti di "cultura" e suggestione sociale, e controllarlo significa ovviamente poter completare l'azione di lavaggio del cervello operata da televisioni e social.

 

Su queste basi, il film si può quindi decifrare come un prodotto assai poco "nostrano", dove temi e narrazione assomigliano assai più a lungometraggi d'oltreoceano che a quelli del Belpaese. La presenza di attori importanti non basta a sollevare le sorti di una favoletta da quattro soldi, che promette assai più di ciò che mantiene. Certo è che proprio il cast è l'unica nota degna dell'opera. Se poi sia abbastanza da giustificarne la visione, è più che lecito domandarselo. D'altronde i personaggi non sono valorizzati, nè approfonditi, e sembra che il protagonista per primo sia imbrigliato rispetto alle sue potenzialità. 

 

La trama si mostra fin da subito troppo ambiziosa, e il registro narrativo pare confuso, restando in un perenne squilibrio tra commedia, fantasy e film per bambini. Avrebbe di sicuro giovato una scelta più netta e coerente anche con il cast, che sembrava decisamente votato al genere commedia.

 

Su tutto, comunque, aleggia lo spirito dell'emulazione e dell'industrializzazione del prodotto: difficile ravvisarci un prodotto "italiano", e con le premesse di cui sopra resta solo lo sconforto per un altro pezzo di libertà che cade, sotto i colpi della dittatura psico-socio-economica capeggiata attraverso lo strumento finanziario BlackRock (senza dimenticare Vanguard & co.).

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