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Scusa, me lo presti tuo marito?

Regia di David Swift vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Scusa, me lo presti tuo marito?

di darkglobe
8 stelle

Il gioco degli equivoci in una deliziosa commedia degli anni '60

Deliziosa commedia tratta da un romanzo di Jack Finney e girata da quel prezioso regista di nome David Swift, che ha caratterizzato sempre con la sua mano lieve sia suoi film per la Disney ('Il segreto di Pollyanna', 'Il cowboy con il velo da sposa') che alcune commedie realizzate per la Columbia, tra le quali la presente.
La trama è incentrata sul tema pubblicitario, caro ad alcuni registi statunitensi specializzati in commedie (si ricordino, tra i tanti, nell'ordine, 'La Casa dei nostri sogni' di C. Potter, 'La bionda esplosiva' di Tashlin o 'Quel certo non so che' di Jewison).
Il protagonista è Sam Bissell (Jack Lemmon) che lavora a San Francisco in uno studio pubblicitario ed è felicemente sposato con l'amata Min (Dorothy Provine) da cui ha avuto due figlie.


Simon Nurdlinger (Edward G. Robinson), importante cliente dello studio di Sam, intende riassegnare una campagna pubblicitaria per la propria azienda produttrice di polli, uova e latte ad altri pubblicitari, spinto dalla sua ferrea morale bigotta che lo indurrebbe, dopo aver visionato gli sconci bozzetti che gli sono stati proposti ed esaminato il curriculum vitae dei dirigenti, a farla gestire da integerrimi "uomini di famiglia". Il capo di Sam, Mr. Burke (Edward Andrews), gli presenta a quel punto lo stesso Sam, il quale, oltre che per essere felicemente sposato e padre premuroso, colpisce subito in positivo il cliente per la sua sincerità, al punto da indurlo a decidere di affidare nelle sue mani l'intera campagna.


Sam, nominato per l'occasione da Mr. Burke dirigente, corre a casa a festeggiare con la propria famiglia e conosce proprio in quel giorno, mentre sbuca dalla doccia, una vecchia amica della moglie proveniente da Parigi ed appena diventata vicina di casa. Si tratta di una fresca divorziata di nome Janet Lagerlof, bellissima donna francese (una Romy Schneider spumeggiante nel suo debutto americano) felice di aver finalmente lasciato l'ex marito Howard Ebbets (Mike Connors). Il caso vuole che Janet venga contattata, nei giorni successivi, dal suo legale, che le parla di una enorme eredità del nonno morto, ammontante a circa 15 milioni di dollari, di cui potrà usufruire solo se il suo matrimonio risulti a tutti gli effetti in vigore ovvero purché si riconcili con il suo ex. Janet del resto sarebbe tecnicamente ancora sposata, visto che il divorzio, essendo avvenuto in California, verrà riconosciuto per legge solo dopo altri sei mesi, per cui decide di nascondere ai propri parenti che Howard non vive più con lei, per paura di complicare tutto e perdere l'eredità. Capita però che durante una visita a sorpresa dei cugini di Janet, Sam venga scambiato per suo marito, dovendo a quel punto continuare ad impersonare il ruolo di finto consorte fino alla riscossione dell'eredità. Ma le cose si complicano a dismisura quando Janet accompagna Sam a lavoro, per sviare le attenzioni di una camionetta spia che staziona di fronte casa, ed il capo Burke, insieme al prestigioso cliente Nurdlinger, pensa che quella signora francese sia in realtà la moglie di Sam; quando poi addirittura Howard, l'ex di Janet, improvvisamente riappare, ancora innamorato, per convincerla a ritornare insieme.

La commedia è spassosissima, i toni non sono mai troppo chiassosi o sguaiati, semmai carichi di enfasi, nello stile della commedia americana tradizionale, e non c'è alcuna caduta di stile, ma anzi tutti gli attori sono perfettamente calati nel ruolo, con un Lemmon che fa ovviamente da mattatore, aiutato in maniera egregia dai co-protagonisti, fra i quali spicca la bella Schneider.
Sam per hobby realizza strane sculture animate, tra cui quella enorme nell'ampio giardino di casa, costruita recuperando un vecchio grammofono, parti delle biciclette delle figlie, un albero motore, un fischio da treno, una racchetta da tennis, un uccello imbalsamato ed altri strambi accessori dismessi a certificare la tranquillità quasi oziosa della vita familiare che conduce, prima che venga costretto ad assecondare con sempre maggior difficoltà e frenesia il gioco degli equivoci e delle ambiguità a cui il nuovo incarico lavorativo, la integerrima moralità dell'importante cliente e la promessa di un milione di dollari della ricca ereditiera lo condurranno.
Si vedono all'orizzonte, in una commedia che è pur sempre impostata su toni classici, nonostante la sua allegra colorazione, temi nuovi come quello del divorzio come liberazione ed indipendenza femminile (la Francia è suggerita come frontiera della modernità in questo senso), dell'adulterio e di una esagerata libertà di costumi (lo scambio di coppia) che contrasta i 'vecchi valori' ma che qui viene enfatizzata in una apoteosi comica fatta da gara di baci sulle labbra, mariti che fuggono da un letto all’altro, gelosie incontrollabili e ridicoli investigatori con tripla laurea.


Molto divertente è il progressivo turbinio degli equivoci, che crescono e si alimentano da soli, fino al quasi irreparabile, tratteggiato da una delle più divertenti scene della commedia made in USA, con la corsa notturna in auto fatta di scaletta, pennelli e bidoni di vernice per la trasformazione di alcuni manifesti pubblicitari in rappresentazioni circensi dei protagonisti, che culmina con l’equivoco del maniaco sessuale con insani desideri pittorici.
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