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Regia di Andrew Niccol vedi scheda film

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La recensione su S1mØne

di champagne1
8 stelle

"Io ho ricreato le infinite sfaccettature dell'essere umano, dell'animo umano. Io ho preso il nulla e ne ho fatto qualcosa. Ho infuso la vita in una macchina."



Viktor Taransky è un regista poco incline ai compromessi. La sua idea di cinema, poco commericiale, non contribuisce a portarlo al successo e dopo vari flop al botteghino e le rinunce delle star hollywoodiane a partecipare ai suoi film finiscono per alienargli anche le simpatie (e i finanziamenti) della produzione.
Per terminare le riprese dell'ultimo film occorrerebbe un miracolo: e questo succede con l'ausilio di un software informatico, che gli permette di utilizzare un personaggio virtuale, Simone, che - esordita nel suo film - gli procura un successo straordinario. 
Pur travagliato nello scegliere fra l'euforia del successo e la rivelazione di aver girato con effetti speciali senza averlo rivelato al pubblico, Viktor produce un nuovo film con le stesse modalità che bissa e amplifica il successo del primo. Ma la soddisfazione è molto attenuata dal fatto che i media tendano ad enfatizzare l'importanza della partecipazione di Simone, piuttosto che il valore dell'opera filmica di per sè.
Ciò provoca il risentimento di Viktor e il tentativo di presentare Simone sotto una cattiva luce che però non scalfisce la passione che il pubblico sembra avere per lei. A quel punto Viktor sa che solo qualcosa di estremo può restituirgli le luci della scena, come la prematura morte di Simone, ma si accorgerà che non è facile sbarazzarsi di un personaggio virtuale...

Andrew Niccol confeziona un'opera intelligente, che analizza il fenomeno dei personaggi mediatici che divengono opinion leader o anche qualcosa di più nei confronti della società globale, intersecandola con uno sguardo al futuro delle potenzialità tecnologiche e al tema della virtualità. L'abitudine a considerare reale solo ciò che appare può portare a prendere involontarie cantonate clamorose, ma spesso credute reali più che la realtà stessa.

Un fenomenale Al Pacino e la bellissima modella Rachel Roberts, una sceneggiatura ritmata, frizzante, anche se con accelerazioni improvvise e momenti più pacati, ed inoltre una salda ironia di fondo rendono questa commedia - a mio parere - uno dei classici del nuovo millennio.

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