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Doppio misto

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Doppio misto

di Paul Hackett
2 stelle

Non sottovalutate mai l'insonnia, è un disturbo fastidiosissimo che può diventare persino pericoloso allorquando l'incauto (nella fattispecie il sottoscritto) che (ancorché saltuariamente) ne soffre decide di accendere la tv per ingannare il tempo che di notte sembra rallentare in maniera inesplicabile... e, puntualmente, s'imbatte nelle peggiori boiate che il cinema italiano abbia prodotto nei (mai abbastanza, purtroppo o per fortuna) lontani anni '80. Qualche mese fa ebbi la sventura di sciropparmi l'aberrante "Sposerò Simon Le Bon", ieri notte, mentre vagavo per casa tirando moccoli irripetibili al negoziante che ha la simpatica abitudine di lasciare acceso 24 ore su 24 un rumorosissimo condizionatore montato proprio sotto la finestra della mia camera da letto (tanto lui dorme beato nella sua villa fuori porta, accidenti a lui), ho pensato bene (anzi... male) di accendere la tv e sorbirmi questo imbarazzante "Doppio misto", farsaccia comico/erotica (si fa per dire) del 1985. Sergio Martino capolavori non ne ha mai realizzati, ma è sempre stato un onesto mestierante del cinema di genere (oggi uno dei nomi simbolo nella rivalutazione del cosiddetto trash), con la capacità di spaziare dal thriller, alla commedia passando per il poliziottesco e il blando erotismo. Martino ha diretto Gigi e Andrea in alcune commedie tutto sommato abbastanza riuscite, come "Acapulco...", "Se tutto va bene siamo rovinati", "Mezzo destro...", "L'allenatore nel pallone" e ci ha riprovato con questo "Doppio misto", toccando indubbiamente il punto più basso della sua collaborazione con il duo bolognese: il film, infatti, è una fiacchissima commedia degli equivoci con qualche annacquatissimo risvolto erotico (anche se la scelta narrativa di una prorompente Moana Pozzi ventiquattrenne che va in fregola per l'imbranato allampanato, classico cavallo di battaglia di Gianni Ciardo, ascriverebbe la trama del film direttamente alla fantascienza più estrema), girata quasi completamente in interni, palesemente con due soldi, quattro (di numero!) attori, due belle ragazze e tre o quattro comparse... tutto qui. Gigi e Andrea ce la mettono tutta, ripropongono il loro consueto mix di velleitario gallismo e atavica sfiga (a me sono sempre stati simpatici) che strappa spesso il sorriso, ben coadiuvati da ottimi caratteristi come Silvio Spaccesi e Gianni Ciardo, ma non riescono a risollevare le sorti di una pellicola che non ha assolutamente nulla da dire. Modesto il contributo delle due bellone di turno: una statuaria Moana, colta un attimo primo di dedicarsi anima e (ehm) corpo all'hard, e una burrosa Tinì Cansino a riproporre il personaggio di sensuale svampita che tanto (effimero) successo le aveva donato con il Drive-In di Antonio Ricci... due belle ragazze ma che con la recitazione hanno ben poco da spartire. Voto pessimo.

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