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Charlotte Gray

Regia di Gillian Armstrong vedi scheda film

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Lord Holy

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La recensione su Charlotte Gray

di Lord Holy
8 stelle

Charlotte Gray è una donna giovane e bella, scozzese d'origine, dotata di una forte personalità ma oppressa dal senso di un destino incombente, che trae origine dalle esperienze traumatiche di suo padre durante la Prima Guerra Mondiale. Nel cuore dell'Europa ferita, di una guerra sentita come lotta di liberazione dall'incubo nazista, tra una Gran Bretagna vissuta come orgoglioso baluardo di libertà e una Francia gemente sotto l'occupazione nazista, si snoda il doloroso percorso di formazione della giovane.

Agli albori di questo melodramma vi è l'omonimo romanzo di Sebastian Faulks (pubblicato in Italia con il titolo La guerra di Charlotte), che lo stesso autore pare abbia a suo tempo inviato direttamente all'attrice Cate Blanchett, affermando «Se mai venisse tratto un film dal mio libro, lei sarebbe una Charlotte perfetta». Opinione evidentemente condivisa pure dalla regista Gillian Armstrong, che già l'aveva scelta come protagonista del suo Oscar e Lucinda nel 1997. Il volume è in realtà il terzo di una trilogia: è preceduto,infatti, da The Girl at the Lion d'Or (La ragazza del Lion d'Or) e Birdsong.
Secondo una valutazione oggettiva, il film sarebbe da tre stelle e nulla più. La miscela è equilibrata, intelligente, discreto l'eroismo ritratto (ad esempio i sabotaggi), abbastanza in grado di soddisfare le diverse sensibilità maschile e femminile. Tuttavia la sceneggiatura di Jeremy Brock dimostra di possedere un limitato coinvolgimento e una passione (amorosa e politica) alquanto "spenta". Se il tutto regge è grazie soltanto alla straordinaria Cate Blanchett (per la quale ho un debole e che ha determinato la quarta stella nel mio giudizio, o meglio 3.5, altrimenti immeritata). Sì, perché nessun altro membro del cast (sbaglio o è Helen McCrory nell'incontro al bar?) brilla per la sua interpretazione, né il semplice Billy Crudup come Julien Levade, né l'inerte Michael Gambon nel ruolo di suo padre, né l'odioso James Fleet nei panni dell'insegnante Richard Cannerley e nemmeno l'anonimo Rupert Penry-Jones ovvero lo smarrito Peter Gregory.

L'impressione è che non siano affatto riusciti a trasmettere quanto narrato nel libro nella sua interezza. Si percepisce l'assenza di qualcosa. Temo quindi che nelle parole dell'autore, Sebastian Faulks, vi fosse una profonda verità, quando disse «Only one line of mine made it into the film [...] The film-makers struggled to find a visual corollary of Charlotte’s inner life, but Cate Blanchett was very good».

Sulla trama

Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, la giovane scozzese Charlotte Gray viene paracadutata nel sud della Francia, dietro le linee nemiche. La donna è stata reclutata dal governo britannico per un'operazione speciale mirata a contattare e prendere accordi con i partigiani locali. Ma la vera missione di Charlotte è personale: infatti, il suo obiettivo è quello di ritrovare Peter Gregory, l'uomo che ama, un aviatore inglese disperso durante una battuta aerea.

Sulla colonna sonora

Non fra le migliori composizioni di Stephen Warbeck, tuttavia nel complesso non è poi così disprezzabile.

Cosa cambierei

La sua sostanziale freddezza nel ritrarre storie e personaggi.

Su Cate Blanchett

Se Charlotte Gray risulta ottima è solo merito del suo talento, che nobilita quella che altrimenti si sarebbe rivelata una assai debole protagonista. L'attrice domina la scena grazie al proprio carisma.

Su Michael Gambon

Altrove non mi ha mai convinto, ma qui è meglio del suo solito, nel ruolo del padre di Julien Levade.

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