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Un matrimonio mostruoso

Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film

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La recensione su Un matrimonio mostruoso

di Lina
6 stelle

Sequel del simpatico film: “Una famiglia mostruosa”, che quasi quasi, avrebbe le carte in regola per diventare una serie tv come lo era “La famiglia Addams”, molto simile, dopotutto. Basterebbe trovare dei buoni spunti o idee sempre nuove e divertenti.

 

In questo secondo episodio, però, la sceneggiatura non è gran cosa. La differenza si nota dal punto di vista stilistico perché il soggetto ha perso quel guizzo di genialità apprezzabile nel primo capitolo, diventando banale e un po’ pacchiano. Anche la verve comica si è in parte spenta lasciando spazio a siparietti poco ispirati e demenziali – in primis, quello della sbandata che Vladimiro prende per Stella, mettendo da parte la moglie perché sta iniziando a invecchiare e ha perfino perso i poteri.

Così scopriamo che anche i vampiri sono soggetti a crisi di mezza età e che, come gli umani, arrivano a stancarsi delle carne vecchia e flaccida, dedicandosi a inseguire la carne giovane e fresca…

 

La trama perciò, stavolta, concede poco spazio alle vicende amorose tra Luna e Adalberto, per concentrarsi su quelle scabrose dei loro biasimevoli genitori… ma la colpa di certi fattacci, va in buona parte attribuita a Nando, che si è trasferito in un lontano paradiso fiscale, spacciandosi per morto e lasciando la moglie in un mare di debiti. Solo per questo lei si arrangia come può per fare fronte alle difficoltà, decidendo di insidiare il consuocero.

 

Gradevole il colpo di scena finale, ma anche molto prevedibile.

 

Sebbene si ridacchi, le idee davvero buone scarseggiano e l’intrattenimento è solo parzialmente godibile. Di sicuro si poteva far di meglio, ci voleva soltanto un po’ di fantasia in più per creare una storia più accattivante. Comunque gustose ed esilaranti alcune scene, come quella in cui Brunilde cerca di ingannare il marito nel fargli credere di aver recuperato i poteri o quella dello scambio di identità di Adalberto con Luna, che finalmente comprende cosa significhi essere diversa.

 

Il cast è discreto, cerca di compensare l’assenza della Ocone e di Lillo (ha solo un breve cameo) con alcuni buon nomi come Claudio Gregori (Greg), Maurizio Mattioli e Ricky Memphis.

 

I personaggi Vladimiro e Stella (una cafona insopportabile) hanno una caduta di stile e arrancano come possono, rasentando la pura antipatia, ma anche Brunilde perde punti diventando patetica e tragicomica, quasi senza dignità. Di sicuro, la Ocone sapeva impersonarla meglio, con maggiore enfasi, espressività e orgoglio, dandosi le "giuste" arie da strega. La Minaccioni, per quanto brava, è inadatta per questo ruolo. E poi, è sempre sgradevole assistere a un cambio di interprete quando si viene abituati a determinati attori.

 

Irresistibile come sempre, invece, la piccola (almeno in apparenza) Salmetta, ma il personaggio più spassoso rimane lo zio Nanni. Le sue sequenze sono le migliori. Questa volta riescono a impiantargli un cervello, solo che è quello di una donna e come tale lo fa sentire e comportare, destando addirittura interesse nel padre di Stella – situazione che ammicca al noto capolavoro hollywoodiano: “A qualcuno piace caldo”.

 

Nel complesso il film si lascia guardare, ma mi aspettavo di più.

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