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Palazzina Laf

Regia di Michele Riondino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Palazzina Laf

di laulilla
8 stelle

Il nostro cinema finalmente riscopre la drammatica storia degli operai, volati in paradiso prima del tempo in ogni parte d’italia, dove troppi carri funebri trasportano ancora oggi i lavoratori travolti dagli incidenti o quelli morti per malattia per le micidiali conseguenze dell’indifferenza padronale all’inquinamento ambientale.

 

Palazzina L a f è un film che racconta fatti reali, legati alla storia dell’ILVA, l’azienda dell’IRI che ha ispirato il libro Fumo sulla città dello scrittore tarantino Alessandro Leogrande, pubblicato nel 2013.

Alessandro Leogrande (1977- 2016) stava scrivendo la sceneggiatura del film con Maurizio Braucci quando era improvvisamente deceduto, cosicché fu Michele Riondino, l’attore principale, a sostituirlo per continuare il suo lavoro, raccontando le vicende drammatiche dell’ILVA di Taranto, la grande acciaieria sinistramente nota per i gravissimi incidenti sul lavoro che avevano provocato la dura risposta sindacale dei tecnici e di parte del personale.

Fu allora che la nuova proprietà dei Riva aveva deciso di avvalersi di un sistema di spionaggio interno per liberarsi definitivamente del sindacato, inviando le maestranze più qualificate e combattive nei locali dismessi della palazzina L af (Laminatoio a freddo), adibito a reparto di “confino” sul modello di quanto era avvenuto negli anni ’50 in altre realtà di fabbrica del nostro paese*

 

I Riva potevano contare sulle divisioni che dalla fine degli anni ’80 cominciavano a manifestarsi fra i lavoratori meno avvertiti che volevano entrare in fabbrica evitando i picchetti, per continuare ad essere pagati nell'intento di realizzare i loro progetti: Caterino Lamanna (Michele Riondino) li rappresenta metonimicamente.

Egli non ha né coscienza di classe, né grande intelligenza; vuole semplicemente sposarsi la sua Anna (Eva Cela) e sogna una bella cerimonia e una casa piena di elettrodomestici.

Sulla sua strada incontra Giancarlo Basile (Elio Germano) uomo corrotto, a servizio della proprietà, che dapprima gli fa arrivare un aumento di salario, poi gli concede l’uso di un’auto aziendale, e infine, lo fa contento mandandolo alla palazzina L af, dove non farà nulla, proprio come i “privilegiati” che non lavorano e vengono pagati. Dovrà ovviamente riferire a lui tutto ciò che vede o sente. Che i confinati si sentano umiliati, frustrati e stiano per dare i numeri, Caterino non se lo spiega proprio…

 

La conclusione di questa spiazzante vicenda – reale e surreale nello stesso tempo – sarà in tribunale, dove un coraggioso Pubblico Ministero (Anna Ferruzzo) aveva, per la prima volta in Italia, introdotto il reato di Mobbing, seguito dalle dure condanne penali per la proprietà e per i suoi prezzolati spioni.


La Fotografia è di Claudio Cofrancesco, il montaggio è di Julien Panzarasa e la cupa colonna sonor di Teho Teardo.

 

_________________

*La storia dello stabilimento di Taranto è stata pubblicata nel libro del 2019 “L’acciaio in fumo. L’Ilva di Taranto dal 1945 a oggi”, dello storico Salvatore Romeo. (fonte: Wikipedia

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