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Passages

Regia di Ira Sachs vedi scheda film

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La recensione su Passages

di zombi
6 stelle

una ripresa cinematografica-------passaggi di vita---------una lunga biciclettata per le vie cittadine motore, stop!----------------------------senza copione----------buona la prima

film essenziale, secco come da poster un uomo solo sulla destra, con un altro uomo, questo altro uomo solo, poi con una donna e infine sul limite estremo del l'immagine una donna sola.

è importante, almeno per me aver letto anche la recensione di pier-maria bocchi sulla banalità delle cose che passano-transitano e poi passano-finiscono, ma sempre indicando un movimento che non può che essere in avanti.

inizia con un movimento di passaggio cinematografico di finzione; un figurante deve scendere una scala e passare, ma questo movimento non gli riesce naturale; nel fingere non riesce a replicare la banalità di una cosa semplicissima; passare da un luogo ad un altro, da uno spazio ad un altro spazio; da una situazione ad un'altra.

situazioni che ovviamente si intrinsecano con le persone, uomini e donne che passano nella nostra vita e spesso passano andandosene, altre in vece, passano per restare.

thomas il regista non riesce a capire perchè per quel figurante-essere umano, debba essere così difficile scendere delle scale, senza farlo sembrare un figurante che scende le scale con naturale banalità.

thomas vive con un uomo, martin e però incontra una donna agathe e se ne sente terribilmente attratto.

il film non sente assolutamente la necessità dello spiegare il perchè un uomo gay si "debba" sentire attratto da una donna; è una cosa che succede e in maniera altrettanto banale desidererebbe che martin, il suo compagno, suo marito, accettasse questa cosa e si sentisse felice per lui che la prova.

capiamo molto delle intenzioni del regista e degli sceneggiatori, seguendo il personaggio di thomas, ma soprattutto da come franz rogowski è riuscito a capirlo e a trasporlo sullo schermo per noi.

thomas parla di confusione, ma per agathe e martin invece si tratta di qualcosa di più concreto, e difatti se lo vedono passare dall'uno all'altra e viceversa come una particella impazzita.

purtroppo per noi umani, quello che è inteso come chaos cosmico, per noi assume valenze molto più .... "banali"?...

martin è geloso, si sente tradito, non capisce e si rifiuta di farlo, pensando che tutto passi e torni come prima.

agathe invece che viene da una relazione che ha concluso lei, è appassionata da thomas e pensa ad una probabile vita insieme a lui.

tutto il giorno a scuola con dei bimbi, magari da donna sente crescere dentro di lei il desiderio di diventare madre.

in più thomas è regista, è artista. diciamo "scappato" da brema, non vuole assolutamente vivere secondo regole già stabilite, ambendo ad una famiglia queer aperta, come certi amici, ma senza avere delle fondamenta che riescano a supportare e sopportare il peso di certe scelte e responsabilità.

in maniera del tutto peter pan-esca agisce come se anche gli altri fossero in accordo con le sue idee e le sue azioni, ma la vita non è un film e non si può far fare agli altri quello che si vuole.

il film costellato di quadri in cui gli attori, magnifici, agiscono, regala immagini splendide, come quella di thomas nudo sul letto di schiena, coperto sui genitali con un lenzuolo come nei quadri classici.

ma anche una grandiosa scena di sesso tra thomas e martin, come sinceramente non ne ricordo, tra uomini.

è un film distante, raffreddato in sentimenti confusi , delusi, compartimentati, catalogati in carpette di carta ingiallite in archivi dimeticati, dove allo spettatore non viene chiesto di empatizzare, ma di guardare come uno studioso o uno spettatore al museo o al cinema.

martin è un ligio stampatore che è riuscito a crearsi una credibilità appreazzata in terra straniera.

agathe è un'insegnante, curiosa della vita e delle persone che fa un mestiere che può essere indispensabile, perchè forma le nuove generazione, e tra l'altro di una bellezza abbaccinante.

franz rogowski, dopo disco boy, è una presenza tanto misterica e oscura, quanto imprescindibile nel panorama dell'immagine moderna.

da vedere

 

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