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Il mio amico Massimo

Regia di Alessandro Bencivenga vedi scheda film

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La recensione su Il mio amico Massimo

di Souther78
7 stelle

Documentario che alterna interviste a ricostruzioni recitate, poco felici. Sembra che manchi qualcosa, e si stenta a seguire un filo narrativo. Comunque si respira umanità, e il sentito tributo degli amici ad un amico che se n'è andato, ma è rimasto non soltanto nelle opere, bensì anche nei gesti con cui si è donato, così sopravvivendo negli altri.

Operazione nostalgia riuscita solo parzialmente. Belle le intenzioni, e sentite le testimonianze, prima fra tutte quella di Lello Arena, certo il primo e più intimo amico dell'artista prematuramente scomparso. La voce narrante trasmette la verità e la forza di quel legame. Intervallare i racconti con scene interpretate da attori non sembra garantire il risultato sperato: non c'è una cronologia, ma continua sovrapposizione, e tutto sommato perfino ripetitività, nonostante la durata esigua. Dalla visione si esce sicuramente coinvolti, ma probabilmente meno "informati" di quanto si sarebbe desiderato. Possiamo intendere che quella di non parlare della vita privata, famigliare o sentimentale, sia stata una scelta ben precisa, per dare al documentario una connotazione specifica e imperniare il tutto attorno all'amicalità e alle caratteristiche della persona, più che ai dati anagrafici o scandalistici. Questo è pregevole, ma in generale l'opera risulta confusa, andando qua e là senza un preciso filo conduttore. Di certo emerge il quadro di una persona speciale nella vita, come nell'arte, capace di lasciare un segno pur con i suoi pochi film, che sono però bastati a consegnarlo ai posteri.

 

Toccanti molte scene, racconti, o anche soltanto espressioni. Divertenti, come sempre, tutte le sue trovate. Emozionante la collaborazione con l'altro grande, Pino Daniele.

 

Se lo si giudica con il metro del cinefilo, questo documentario ha parecchi punti deboli, ma chi come me è cresciuto con le opere di questo straordinario artista non può che viverlo con il cuore, e abbandonarsi ai ricordi della gioventù andata, mentre quei nostri miti televisivi e cinematografici oggi o non ci sono più, o sono ormai anziani, che ci ricordano il monito di Seneca sull'inarrestabile velocità del tempo. Ecco, più che da guardare, questa è un'opera da "sentire".

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