Regia di Jared Cohn vedi scheda film
Se a pochi minuti dall'inizio della visione vi assale un senso di "già visto", non temete: è proprio così. Una delle ultime interpretazioni di Willis, che lascia con l'amaro in bocca e un velo di tristezza.
Negli ultimi 10 anni la filmografia di Bruce Willis si potrebbe riassumere così: prestare nome e faccia a film in cui cambia il titolo, ma non il "succo", e in cui i suoi ruoli vanno da comprimario a comparsata, ma servono a fare da richiamo nella locandina. Non fa eccezione questo film(accio), in cui hanno avuto la brillante idea di buttar dentro perfino Mike Tyson, giusto per rimpolpare un po' il cast.
La trama. Ce n'è una? Scusate, non l'avevo notato! Forse perchè, in questo caso, l'espressione dejà vù sembra uno sfrontato eufemismo. Solitamente non amo conoscere in anticipo la storia dell'opera, ma va detto che qui riesce difficile aspettarsi una qualsiasi sorpresa dalla visione.
Purtroppo la sensazione è che sarebbe stato quasi più sensato trattare il film come una parodia, anzichè prendersi sul serio, come invece hanno fatto. O, forse, sarebbe meglio dire provato a fare. Qui di serio c'è soltanto il perenne senso di "già visto, già fatto", che conduce lo spettatore verso un finale che, per quanto presto, arriva sempre troppo tardi.
L'unico guizzo della sceneggiatura consiste nell'idea, pure interessante sulla carta, di invertire il classico schema del genere, narrando non tanto e non solo la vendetta, bensì la "vendetta della vendetta". Peccato, però, che, come detto, il tutto si perda in una ridondanza del genere che rende il tutto ridicolo e a tratti insopportabile.
Triste pensare che sia uno degli ultimi film della carriera di Bruce Willis. Forse questo potrebbe essere uno degli unici motivi per vederlo, oltre alla presenza dell'ex campione di pugilato, per i suoi estimatori. Per tutti gli altri: risparmiatevi un'ora e mezzo di patimenti.
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