Espandi menu
cerca
Sparta

Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 315
  • Post 214
  • Recensioni 6410
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sparta

di alan smithee
8 stelle

locandina

Sparta (2022): locandina

Nel film coevo intitolato Rimini (2022), lo spettatore già riusciva ad essere informato che il cantante da balera Richie Bravo, protagonista del film (nel ruolo interpretato da Michael Thomas) aveva un fratello, grazie al quale alternava le visite nella lontana madrepatria austriaca presso la casa di riposo ove l'anziano padre dei due stava trascorrendo gli ultimi momenti di vita, tra carrozzine e cambi di pannoloni, circondato da una atmosfera asettica o comunque resa ostica da un sentore di morte pressoché costante che aleggia tra i corridoi della struttura.
Il fratello più giovane di Richie si chiama Ewald (lo impersona un bravissimo Georg Friedrich, impegnato in un ruolo ostile e davvero complesso a cui tener testa) e vive con la compagna in Transilvania, presso una piccola cittadina rurale.
Una volta tornato dalla visita al padre, Ewald si ritrova circondato da pulsioni che ha sempre provato ma sempre cercato, per fortuna sua con successo, di tenere a bada.
L'uomo prova una attrazione sessuale irresistibile nei confronti degli adolescenti, che frequenta quotidianamente, comprendendo di non poter più andare avanti con la relazione da tempo instaurata con la propria donna.
Un po' per desiderio incontenibile, ma anche quasi come a cercare di sfidarsi per riuscire a cancellare dalla mente le fissazioni che lo assillano, Ewald decide di cambiare vita e, lasciata la compagna, si trasferisce in una remota località di campagna allestendo una sorta di rudimentale palestra di judo dedicata agli adolescenti.

scena

Sparta (2022): scena

Di fatto l'atteggiamento affettuoso e cameratesco dell'uomo si rivela una scelta vincente con i suoi nuovi giovani clienti, che si lasciano andare al carattere espansivo e cameratesco del nuovo insegnante, per affezionarsi a lui, senza peraltro destare, almeno inizialmente, significativi sospetti né nei ragazzini, né tantomeno nei genitori di questi ultimi, spesso troppo presi nei problemi legati alla quotidianità per accorgersi di particolari così celati e poco evidenti.
Ewald si rivela anche un paladino dei diritti offesi di un bambino maltrattato da un padre violento, e questo non fa che accrescere la fiducia dei minori nell'uomo, che li sprona ad allenarsi come in una ipotetica scuola di vita spartana, vestiti di soli slip e con elmi che richiamano i guerrieri in tenuta adamitica dell'antichità.
Ma i sensi di colpa affliggono l'uomo, che sorride e trova slancio a frequentare i ragazzi, ma la cui espressione ilare si trasforma in un ghigno di dolore ogni qualvolta l'uomo rimane solo ed abbandonato a quel dramma che sa di non riuscire a tenere più di tanto ancora a bada.
Anche il secondo film del dittico iniziato con Rimini, si caratterizza per un sentore di pessimismo e di morte che aleggia e si appropria di ogni inquadratura, e delinea i connotati insieme terribili, ma anche empatici, di un individuo che cerca di sfidare il lato mostruoso che lo domina, senza riuscirci mai e senza avere mai garanzie inerenti i suoi comportamenti futuri.
Da sempre la cinematografia del grande regista austriaco Ulrich Seidl è imperniata di argomentazioni davvero ostiche, se non proprio disturbanti. 

scena

Sparta (2022): scena

Basta scorrere la sua piuttosto nutrita filmografia, dalla trilogia "Paradise" (2012, composto da Hope, Faith Love) agli shoccanti documentari sui bracconieri (Safari - 2016), o sui segreti nascosti entro le soffitte dei cittadini austriaci (In the basement - 2014), per scoprire un autore che non ha mai dimostrato timore nel trattare tematiche davvero disturbanti e di svelare le realtà sepolte e soffocate da tanto perbenismo ostentato con orgoglio e meticolosa premura.
Se Rimini ha goduto di una pur fugace distribuzione nel nostro paese, Sparta, osteggiato anche in diversi festival internazionali, come il Toronto Film Festival del 2022, ma riuscendo poi ad essere accolto al San Sebastian Film Festival e alla Viennale 2022, ha avuto un percorso decisamente più complicato, anche a causa di un certo atteggiamento prevenuto da parte di chi ben conosce lo stile e l'arte del complesso e tormentato cineasta.
Sta di fatto che il film riesce a farsi carico di delineare i tratti di un personaggio che, almeno sulla carta, appare davvero impossibile tra rendere e palesare sullo schermo.

scena

Sparta (2022): scena

Il trait d'union del film col precedente e già citato Rimini, si rivela una figura paterna morente (l'anziano attore Hans-Michael Rehberg, morto poco dopo il termine delle riprese dei due film, che, pur apparendo fugacemente, delinea i tratti inquietanti di un ex nazista con problemi di lucidità mentale che vaga come un fantasma tra i corridoi della struttura che lo accoglie, farneticando cose incomprensibili e dispensando saluti di regime ogni qualvolta la labile mente gli suggerisce di farlo.
Né nei suoi confronti, né tantomeno dei suoi due figli, Seidl assume mai un atteggiamento inquisitorio, vittime come si rivelano tutti quanti degli scheletri sempre presenti di un decadimento morale e materiale che ha reso il genitore uno strumento di atrocità durante il nazismo, ed i figli le sue vittime designate, ognuno in fuga dai fantasmi di un passato non certo molto piacevole da ricordare.
Seidl prova piuttosto condiscendenza, senza dimenticarsi di rappresentare quel lato inquietante, se non proprio mostruoso, che alberga nemmeno troppo celato nei comportamenti dei tre individui.
Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati