Espandi menu
cerca
La notte dei diavoli

Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film

Recensioni

L'autore

undying

undying

Iscritto dal 10 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 125
  • Post 41
  • Recensioni 2990
  • Playlist 58
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La notte dei diavoli

di undying
8 stelle

Interessante horror che si colloca nella via intermedia delle produzioni italiane di genere, rielaborando in maniera originale il tema gotico con l'imminente (nel 1972) tendenza splatter...

 

Un uomo è ospite di una clinica psichiatrica, nella quale è giunto in condizioni di totale abbattimento fisico e morale, al punto che i medici non riescono a definirne identità e nazionalità. Fintanto che una ragazza jugoslava - Sdenka (Agostina Belli) -, dopo averne visto una foto in un giornale, sostiene trattarsi di Nicola (Gianni Garko), un imprenditore italiano che, all'estero per trattare un acquisto di legname in un paese dell'est, era rimasto a piedi con l'auto in una strada sperduta nel bosco. Il resto della vicenda viene rivissuta in flash back da Nicola il quale, sempre più allucinato, ricorda di essere stato ospitato da una famiglia in un capanno isolato, dove all'imbrunire porte e finestre venivano singolarmente sbarrate...

 

locandina

La notte dei diavoli (1972): locandina

 

"Quell'uomo era un Wurdalak... era già morto. I wurdalak sono creature materiali incorporee. È il terrore del silenzio che li fa vivere, il terrore della solitudine. Uccidono per amore, per avere dei compagni, per avere vicino le persone che amavano di più e le loro vittime cercano altri, in una catena senza fine"...

(Brigadiere Kovacic, Renato Turi)

 

scena

La notte dei diavoli (1972): scena

 

Da un testo breve di Aleksej Tolstoj - parente del più noto Lev - ovvero La famille du Vourdalak, prima Mario Bava nell'episodio I wurdalak (I tre volti della paura) e poi Giorgio Ferroni (già autore di un altro horror, il riuscitissimo Il mulino delle donne di pietra), traggono ispirazione per realizzare due diverse (per durata, evoluzione e ambientazione) versioni cinematografiche. Ferroni ha un talento indiscutibile, come già dimostrato nel gotico precedente, e con questo La notte dei diavoli conferma il suo stile ed apre la via alla nuova corrente (italiana) horror degli Anni '70: quella più esplicita e splatter. 

 

scena

La notte dei diavoli (1972): scena

 

Ammantato di un'atmosfera tetra e decadente, resa predominante dall'ambientazione boschiva e autunnale (sovente il protagonista attraversa strade impraticabili e sentieri - in auto e a piedi - mentre il vento smuove circolarmente le foglie cadenti), dove a predominare sono i toni scuri (marrone, grigio e nero), La notte dei diavoli propone un "viaggio allucinato" cui - suo malgrado - il protagonista è costretto. Costretto da circostanze prima fortuite, dettate dall'essere rimasto a piedi con l'auto, poi affettive quando torna alla tetra residenza per amore di Sdenka.

 

scena

La notte dei diavoli (1972): scena

 

Garko offre, con eccezionale immedesimazione, il suo talento d'attore al regista che può così valorizzare al massimo una sceneggiatura poco incisiva ma impreziosita dal valido apporto in fotografia di Manuel Berenguer, dai convincenti interpreti (ottima anche la Belli) e da Carlo Rambaldi che, per l'occasione, dà sfoggio di grande cura nella realizzazione di inattesi (per l'epoca) momenti gore e splatter, dove risaltano le scene con liquefazione dei volti, quando non l'esplicito effetto di un bastone che trafigge il cuore o cinque dita che vengono tranciate di nétto da una portiera dell'automobile. Questo connubio, puramente italiano, tra gotico classico (tipico del decennio precedente) e splatter, destinato a caratterizzare gli horror futuri, rende La notte dei diavoli un unicum imprescindibile. Un film che si colloca al bivio di due correnti stilistiche e che ancora oggi, a oltre 45 anni di distanza, sorprende grazie a una forza (quasi ipnotica) che il girato possiede intrinsecamente.

 

scena

La notte dei diavoli (1972): scena

 

Curiosità (dal booklet allegato al Dvd Raro Video a cura di Nocturno cinema)

Il film è ambientato in Jugoslavia, ma è stato girato tra il Lago di Bracciano e Manziana. Il protagonista rivive, tramite flash back l'intera vicenda: meccanismo narrativo tipico del periodo, già visto nel film di Aldo Lado (La corta notte delle bambole di vetro) e ne La controfigura di Romolo Guerreri.

 

Curiosità meramente statistica
nel cast compaiono Teresa Gimpera, presenza costante in molti horror di stampo spagnolo e Cinzia De Carolis, già apparsa l'anno precedente nel film di Argento (Il Gatto a nove code) mentre, più matura, sarà la protagonista del controverso Libidine (1978, Raniero di Giovanbattista).

 

Cinzia De Carolis

Il gatto a nove code (1971): Cinzia De Carolis

 

Citazione 

"Lasciatemi! Lasciatemi! Non sono un assassino... era fredda, era già morta. Guardate il suo viso se non mi credete, e vedrete quello che ho visto io: le lacrime di sangue, il volto putrefatto...

Non sono pazzo! Dovevo farlo! Guardate! Guardatela!"

(Nicola, Gianni Garko)

 

scena

La notte dei diavoli (1972): scena

 

Il film di Ferroni ha trovato la via del digitale grazie alla Raro Video, che lo ha proposto in una inedita versione Dvd comprensiva di un incipit alternativo (non presente nei passaggi televisivi, né in Vhs nostrane), realizzato per un'edizione estera: quattro minuti nei quali a dettagli macabri e splatter si alternano nudi integrali, spacciati per deliranti visioni del protagonista durante l'esecuzione di un encefalogramma. La buona definizione video restituisce l'ottimo lavoro sulla fotografia e permette di visionare (nel formato anamorfico 2.35:1) dettagli e immagini prima impensabili. Oltre alla chiara e potente traccia audio, con buon effetto d'immersione ambientale provocato dalla notevole musica di Gaslini (e dagli incantevoli vocalizzi di Edda Dell'Orso), rende preziosa questa edizione home video lo speciale, a cura di NocturnoSartana contro i vampiri, mezz'ora con Gianni Garko e i suoi ricordi dal set. Da segnalare, inoltre, il booklet abbinato che, per dimensione, è più simile ad un libro che non alle stringate 4 paginette che solitamente ne caratterizzano lo standard.

 

OLTRETOMBA-GIGANTE021

 

La maledizione dei Wurdalak

 

In Oltretomba gigante n. 21 (febbraio 1975), un uomo privo di memoria, in stato delirante, viene rintracciato da alcuni boscaioli nelle foreste del Novij Mir (località fittizia, collocata nei pressi delle regioni Carpato-Danubiane, ai limiti della Croazia). Condotto in ospedale e sottoposto alla somministrazione di un farmaco illegale, uno stimolante denominato, in maniera confidenziale, "siero della verità", recupera la memoria. Si scopre così che si tratta di uno studioso, un ricercatore di usanze e tradizioni Slave, di origine inglese, il cui nome è Peter Collins. Ospite in un paese rurale di nome Pec (città del Kosovo occidentale), conosce l'attraente Sdenka, archivista della locale biblioteca, finendo per innamorarsene. La storia procede seguendo la sceneggiatura del film, con Peter ospite a casa di Sdenka dove, in breve tempo, il padre della ragazza, i due fratelli e una nipotina finiscono per assumere le fattezze dei Wurdalak. Una vera e propria versione a fumetti del lungometraggio, piuttosto fedele, non priva, però, di efficaci snodi narrativi molto originali.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati