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Bait. L'esca

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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La recensione su Bait. L'esca

di degoffro
4 stelle

Poteva essere un dignitoso, anche se prolisso action movie se non fosse per la consueta mania americana di esagerare, sovraccaricare le proprie storie, spesso già improbabili, conducendole al limite del ridicolo: e così l'ultima mezz'ora del film è un susseguirsi di assurdità e ingenuità, con la classica bomba che impiega le ore ad esplodere, mentre il timer segna solo quindici minuti, e nel frattempo l'eroe può fare a botte con il cattivo di turno, scombussolare una corsa di cavalli, fuggire alle guardie, salvare figlio e fidanzata legata tra l'altro con le manette alla macchina, guidare l'auto in cui è collocata la bomba fino al campo dell'ippodromo per farla esplodere in modo che nessuno possa rimanere ferito. Soprassediamo poi sul presunto colpo di scena finale relativo allo zoo del Bronx dove erano stati nascosti i lingotti d'oro, pari a 42 milioni di dollari, oggetto della rapina iniziale: nessun rispetto per un minimo di credibilità e logica. Certo Antoine Fuqua sa girare con una certa perizia le sequenze d'azione, (vedi l'incipit teso e veloce), come del resto aveva già dimostrato nel precedente "Costretti ad uccidere", ma il suo mix di azione e humor, commedia e poliziesco è piuttosto vecchiotto e risaputo, considerato che "Un piedipiatti a Beverly Hills" e "48 ore" sono dei primi anni ottanta. E poi siamo piuttosto stanchi di questi emuli di Eddy Murphy dalla parlantina veloce, la battuta sempre pronta, la presunta simpatia contagiosa: Jamie Foxx (già protagonista di "Ogni maledetta domenica") imita piattamente il più celebre comico di colore sulla falsariga dei mediocri Martin Lawrence o Cris Tucker. E anche la riflessione sul fatto che la privacy ormai è scomparsa perché siamo tutti spiati in ogni istante della nostra esistenza, persino nei momenti più intimi, come in una sequenza spiritosa anche se già vista, è presa pari pari dal capolavoro di Coppola "La conversazione" e soprattutto sembra una rimasticatura stanca del ben più esplosivo ed adrenalinico "Nemico Pubblico" di Tony Scott che sull'argomento ha già detto tutto. Fuqua poi smorza la tensione con inutili siparietti romantici o divagazioni esilaranti che ben poco centrano con la vicenda, e non rinuncia a gratuite violenze (tanto ormai uccidere qualcuno sembra essere diventato semplicemente un gioco). Efficace comunque il cattivo Doug Hutchinson, che dopo il secondino sadico de "Il miglio verde" sembra sempre più a suo agio nei ruoli viscidi e funzionale David Morse, anche lui reduce da "Il miglio verde".
Voto: 5

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