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Occupied City

Regia di Steve McQueen (I) vedi scheda film

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La recensione su Occupied City

di alan smithee
7 stelle

scena

Occupied City (2023): scena

FESTIVAL DI CANNES 76 - SÉLECTION OFFICIELLE - SÉANCE SPÉCIALE

I luoghi racchiudono, nella mente di chi li ha vissuti e raccontati ai posteri, le storie, troppo spesso tragiche, che nel passato hanno trovato modo di manifestarsi proprio in quel teatro del vero che ne ha generato l'accadere.

Il monumentale documentario Occupied City, che ci riporta in regia il talentuoso regista britannico di Shame e 12 anni schiavo, Steve McQueen, trae spunto da un libro di drammatiche testimonianze di sopravvissuti dell'olocausto nella città di Amsterdam intitolato Atlas of an Occupied City, Amsterdam 1940-1945, racconto e scritto da Bianca Stigter, scrittrice e regista olandese anche compagna di McQueen. Le testimonianze, sempre drammatiche che documentano l'azione di persecuzione dei nazisti contro gli ebrei, in particolare degli abitanti di Amsterdam dal 1940 al 1945, viene raccolta sistematicamente dal regista di Hunger e Small Axe scartando la soluzione cronogica temporale, e privilegiando piuttosto quella dei singoli angoli della capitale olandese, ripresa nella odierna sua attualità ed impegnata ad affrontare le difficoltà legate alla crisi pandemica del Covid 19.

 

Steve McQueen (I)

Occupied City (2023): Steve McQueen (I)

Ma la drammaticità del virus non sarà mai paragonabile, e tutto ciò traspare chiaramente lungo il corso della visione lunga oltre quattro ore, alla violenza cieca e sadica perpetrata dalla dittatura nazista ai danni degli ebrei per portare avanti gli effetti concreti di uno sterminio ordito per la salvaguardia della razza ariana. La storia di Anna Frank si ripete in centinaia di testimonianze dure, spietate, in cui McQueen ricontestializza la location sulla realtà odierna, creando un divario che pare impossibile essere accaduto solo settant'anni prima.

McQueen guida lo spettatore attraverso volo pindarici di una sua camera agile e volante che permette allo spettatore di impadronirsi a volo d'uccello di intere strade e quartieri cittadini resi deserti dalla pandemia, mentre la voce narrante dolente ed efficace di Bianca Stigter ne riporta una ad una le drammatiche testimonianze storiche.

Probabilmente una cernita più selettiva delle testimonianze avrebbe reso Occupied City un film più alla portata del pubblico. Ma è anche comprensibile l'intento dei due coniugi autori di non voler togliere la parola a nessuna delle preziose testimonianze che hanno dato vita ad uno dei periodi più cupi e devastanti della storia dell'uomo dalla creazione.

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