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Sharper

Regia di Benjamin Caron vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Sharper

di Souther78
5 stelle

Un po' sì e un po' no. La sceneggiatura sale, ma invece di decollare a un certo punto precipita. Misero, nel paragone con i mostri sacri del genere, ma fulgido in quello con la tv di consumo via streaming. Bisognerebbe stare attenti a non assuefarsi troppo alla semplificazione, onde evitare di finire per non percepirla più del tutto...

Parte in modo intrigante, Sharper, e piano piano cresce nella suspance. Forse troppo. Film sulle truffe se ne sono visti talmente tanti da non poterne tenere il conto, quindi è difficile innovare il genere a livelli inusitati. Come spesso accade, poi, quando su qualcosa si è detto già molto, aggiungere altro rischia di fare peggio anzichè meglio. E forse è un po' questo il caso: la mediocrità del cinema contemporaneo permette a opere come questa di assurgere più in alto del dovuto. Un paio di nomi di richiamo, che però non sono propriamente protagonisti, sopperiscono alla presenza di una moltitudine di volti "nuovi", che possiamo immaginarci tranquillamente cresciuti all'ombra di qualche serie da streaming, come personaggi non proprio essenziali. 

 

Il giudizio sul cast, insomma, deve essere frazionato: i veterani, da una parte, i novellini dall'altra. Inutile dire chi si faccia ammirare, e chi dimenticare.

La fotografia, seppur non sia certo l'elemento portante in questo genere cinematografico, si lascia guardare mostrando diverse doti. Vivaci e non scontati dialoghi e situazioni.

Inutile, però, girarci attorno: il racconto della truffa ha come centro gravitazionale la trama, mentre il resto sfuma all'orizzonte. In fondo chi è che ricorda, per esempio, I soliti sospetti per i costumi, o per la fotografia? E qui la trama funziona... fino a un certo punto: l'imprevedibilità che appassiona lo spettatore si trasforma in prevedibilità, allorchè tutti fanno sempre la stessa cosa a tutti gli altri. Ed è qui che il film entra in crisi, trascurando l'antico adagio "Il troppo stroppia". Meglio sarebbe stato, semmai, sfruttare l'onda della prevedibilità per introdurre un imprevisto che spiazzasse, anzichè confermare il teorema arcinoto.

 

Insomma, nel cinema di consumo da streaming si tratta comunque di un prodotto sopra la media, ma se lo si dovesse considerare con il parametro dell'arte, e rapportarlo al cinema "vero" di genere, il giudizio dovrebbe essere impietoso. Quindi, che fare? Applaudire Sharper per non essere sul fondo del barile, o deprecarlo in quanto espressione di un appiattimento intellettuale che ci rende(rà) sempre più facile gradire la stupidità al cinema (sul divano)? A ciascuno dire la propria. La mia la potete leggere nel punteggio.

 

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