Espandi menu
cerca
I miracoli non si ripetono

Regia di Yves Allégret vedi scheda film

Recensioni

L'autore

zombi

zombi

Iscritto dal 21 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 98
  • Post 14
  • Recensioni 1682
  • Playlist 277
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su I miracoli non si ripetono

di zombi
5 stelle

due divi, la loro cieca fiducia in una sceneggiatura che crede in un futuro solo da ricostruire

"per gentile concessione di David O. Selznick"!!!!, VALLI era un suo brand ancora, ma ALIDA VALLI stava scomoda e stretta nella morsa del produttore e pure nella sua idea di presentarla esoticamente solo col cognome. 

torna in europa e interpreta questo bignamino d'amor eterno, piuttosto lento e faticoso invero, che si salva quasi esclusivamente perchè gli interpreti credono nei loro ruoli(e si vede), ma soprattutto perchè la sceneggiatura ha avuto fede in quello che raccontava, proponendo un finale tribolato e problematico.

a me dispiace sempre non poter sentire alida con la sua bella voce profonda, non potermela gustare appieno nel suo sempreverde splendore di donna amazzone, virago mitteleuropea, con quel suo portamento forte che s'impone allo sguardo e sullo schermo, epperò così maestosamente femminile. 

non altissima(secondo wiki misurava 1,65) non sembrava tanto più bassa del suo partner jean marais che invece misurava 1,80(stando sempre a wiki)e la voce pastosa di lydia simoneschi la rendeva più classicamente fragile, quando invece doppiandosi da sola avrebbe reso maggiormente incisivo quel ruolo dolente di donna interrotta che solo grazie alla perseveranza di giovanni(jean marais), riesce a trovare l'esigenza di dare un seguito a quell'interruzione.

alida valli ricorda una cariatide, una di quelle colonne a forma femminile che sostengono un architrave, una donna forte, possente, che riece a portare sulle proprie spalle dolori, pene e tristezze, e la sua voce così decisa, poco incline ai fragili disequilibri melodrammatici come invece di presta mirabilmente il tocco arpeggiante della simoneschi, avrebbe invece rafforzato quella differenza che giovanni sembra imputarle, quando la ribacia a distanza di tanti anni.

il suono della sua voce che a me ricorda il rassicurante calore di librerie in legno in case antiche, o anche l'inquietante crepitìo che il legno calpestato nottetempo riproduce, avrebbe dato maggior sostanza sia alla timida ritrosìa della claudia studentessa nel 39, e anche e soprattutto alla claudia ritrovata in italia da giovanni, 11 anni dopo.

la guerra demolisce le costruzioni e scartavetra inesorabilmente chi non ha ucciso; lascia dei segni nel corpo e negli affetti, e quegli affetti ora che giovanni l'ha cercata e l'ha caparbiamente ritrovata, vuole a tutti i costi preservarli, anche lasciando segnali contraddittori.

di certo ho visto cose migliori provenire dagli anni 50. 

LES MIRACLES N'ONT LIEU QU'UNE FOIS, si fa apprezzare per la sua parte finale, per quella sfrenata necessità che i personaggi invecchiati anagraficamente , ma soprattutto deteriorati dalla guerra, hanno di non rimanere da soli, nell'ostinata convinzione che un giorno, forse, riusciranno a ricordare cos'hanno provato anni prima quando si sono insistentemente voluti conoscere.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati