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La promessa - Il prezzo del potere

Regia di Thomas Kruithof vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La promessa - Il prezzo del potere

di laulilla
6 stelle

Per l’inesauribile fantasia dei titolisti italiani "Les promesses" diventano La promessa (una sola), seguita dall'aggiunta didascalica: Il prezzo del potere, probabile richiamo a “Il Ministro - L’esercizio dello stato”, film francese del 2011, che con questo non c’entra.

 

Forse più opportuno sarebbe stato l’accostamento al film girato da Claude Chabrol nel 2006: L’ivresse du pouvoir (diventato in taliano La commedia del potere – no comment -), se non altro per la presenza di Isabelle Huppert, in un ruolo che un po’ assomiglia a questo.

Mentre nel film di Chabrol, però, l’attrice era un’inflessibile giudice chiamata a indagare – fra mille ostacoli –  su un caso di indebita appropriazione di fondi pubblici, qui la Huppert è nei panni di Clemence, donna impegnata in politica nella municipalità parigina di Les Bernardines, dove per due volte era stata eletta sindaca ed era molto popolare.

Clemence, infatti, aveva lottato a fondo in quella banlieu, sollecitando l’intervento – previsto dalla legge francese – del governo perché rimediasse alla rovina dei palazzoni che sorgevano su quel territorio, abitati da migliaia di immigrati e dalle loro famiglie, ora in situazione di crescente disagio.

Quei palazzoni erano stati volutamente trascurati e ormai il degrado, dolosamente incoraggiato da immobiliaristi privi di scrupoli, sembrava inarrestabile così come la ribellione degli inquilini che, cumulando debiti, avevano smesso di pagare l’affitto.

L’amministrazione, che li sollecitava a pagare, favoriva in realtà le manovre dolose di loschi personaggi che avrebbero voluto acquistare l’area a prezzi stracciati per “risanarla”, rivendendo gli alloggi a prezzi speculativi.

 

Alla vigilia delle elezioni, Clemence era intenzionata a non ricandidarsi per la terza volta, perché il suo partito aveva bisogno di lei e della sua popolarità per rilanciarsi a livello nazionale.

Prima di  lasciare alla sua vice Naidra (Naidra Ayadi), la sua eredità politica, tuttavia, voleva risolvere la questione di Les Bernardines, ricuperando, con l’aiuto del fedelissimo portavoce Yazid (Reda Kateb) la fiducia degli inquilini, che, ormai stanchi e stufi di allagamenti e crepe nei muri, si stavano mettendo dalla parte sbagliata e che perciò dovevano essere convinti  a pagare.

 

 

 

 

 

Il film racconta la complessità del far politica, presentando i diversi aspetti del problema e ricordando che se è vero che senza ideali la corruzione è dietro l’angolo, è anche vero che l’ambizione personale e la buona fede non sempre confliggono.


Quando si fa politica ci si trova molto spesso, infatti, a dover scegliere il male minore, ciò che non è facile e che richiede lucidità nell’analisi delle situazioni, nonché capacità “retorica” per trovare le parole adatte a convincere, ma, soprattutto empatica e sincera volontà di ascoltare le esigenze di chi cerca comprensione per i suoi problemi e apprezza l’interlocutore capace, anche con lo sguardo, di stabilire un diretto contatto con lui.

Bravissima la Huppert - ma non occorre dirlo - in un film non privo di spunti interessanti anche fuori dalla Francia.

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