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Licorice Pizza

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Licorice Pizza

di diomede917
9 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: LICORIZE PIZZA

 

Dopo l’amore adulto, metodico, nevrotico e tossico rappresentato nel Filo Nascosto, Paul Thomas Anderson torna nella sua Los Angeles.

Precisamente nella Los Angeles del 1973 per raccontare la meravigliosa, pura e naturale storia d’amore tra il sedicenne Gary e la venticinquenne Alana.

Un amore fatto di corse, rincorse e campi lunghi e che ci fa vivere un’epoca di miti e canti liberi.

Si avverte in tutto il film la necessità da parte del regista di pescare dal cassetto dei ricordi sensazioni e sentimenti fin dal titolo quel Licorice Pizza, la catena di negozi di dischi molto famosi ai tempi che seppure mai ne citata e ne mai rappresentata in realtà si materializza in tutte le canzoni che compongono la colonna sonora.

Come ha detto lo stesso regista tutto nasce da un’immagine che lui ha scolpito molto bene in mente, la tenacia di questo ragazzino nei confronti di una ragazza molto più grande di lui durante la giornata della foto dell’annuario scolastico.

E questo è l’inizio dello stupendo incontro di queste due anime fragili che hanno tutto il film per conoscersi, annusarsi, prendersi, allontanarsi e capirsi. Soprattutto capirsi che loro, nonostante le diversità iniziali, sono nati per essere una cosa sola.

Paul Thomas Anderson decide di raccontare questa storia d’amore partendo dall’eccentrica vita del produttore Gary Goetzman, ragazzo prodigio del cinema americano che prima di sfondare definitivamente dietro la scrivania ha messo su dal niente un’azienda di materassi ad acqua e una serie di Sale giochi e prendendo in blocco tutta la famiglia della cantante e chitarrista Alana Haim (la cui madre era la prof dello stesso Anderson).

Si vede che per raccontare questa storia senza un ipotetico filo logico che va per sussulti, come una palla da flipper ad un passo dal tilt.  aveva la necessità di circondarsi di figure in un certo senso familiari come il protagonista ,al suo primo film, quel Cooper Hoffman figlio di quel Philip Seymour Hoffman presente nei suoi film più importanti come Boogie Nights, Magnolia e soprattutto The Master.

Licorice Pizza, oltre ad essere un omaggio a quello che fu L.A. negli anni 70 è soprattutto la rappresentazione ed esaltazione dell’imperfezione della bellezza o della bellezza dell’imperfezione.

I primi piani bellissimi del naso Yiddish di Alana Hain quasi riprendesse il testimone della bellezza che fu di Barbra Streisand e la faccia sempre sognante e sorridente di Gary nonostante i capelli trasandanti e il fisico impacciato da qualche chilo di troppo.

I loro corpi corrono per tutto il film attraverso, comunque, una realtà non bella, fortemente maschilista che mette a dura prova le speranze di Alana.

Gli Adulti di Licorice Pizza escono malissimo. Sono narcisisti esaltati, innamorati del proprio ego e in preda al loro delirio di onnipotenza ma allo stesso tempo ingabbiati dalle loro stesso cliché

Che sia il William Holden a cavallo della sua potentissima moto, in preda ai deliri dei Ponti di To-Ko Ri interpretato dal fascinoso Sean Pean che sia il Jon Peters fidanzato di Barbra Streisand dipendente dal sesso con tendenze omicide, un’interpretazione da culto di Bradley Cooper (un cameo indimenticabile) che sia il politico che non può permettersi il lusso di una relazione omosessuale e chiede all’infatuata Alana di fingere di essere la compagna del suo fidanzato.

Ma alla fine, in tutto questo Girotondo di vita, quello che trionferà è quell’amore imperfetto che continuerà a corre per tantissimo tempo.

Voto 8,5

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