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Il balordo

Regia di Pino Passalacqua vedi scheda film

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LIBERTADIPAROLA75

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La recensione su Il balordo

di LIBERTADIPAROLA75
9 stelle

Straordinario e malinconico affresco d'epoca tratto da un testo del grande Piero Chiara.

Siamo nel periodo tra la fine degli anni '20 e l'inizio dei '30. Anselmo Bordigoni, maestro elementare grosso e simpatico ma taciturno, appassionato di pesca e musica jazz/classica (come secondo lavoro suona al cinema le note di accompagnamento ai film muti), al contrario dei suoi colleghi è insensibile alla politica fascista che sembra travolgere il paese sul Lago d'Orta dove da quattro anni insegna (e abita con le tre figlie zitelle ma erotomani e appassionate di romanzi e film horror e spiritismo) e al quale parecchi hanno aderito. Grazie al suo talento al pianoforte (e molti altri strumenti) frequenta i salotti dei nobili poi arriva il film sonoro, lui perde il lavoro al cinema ma, per la gioia dei suoi fan (alcuni giovani musicisti jazz alle prime armi, rifiutati dal fascio per vari motivi), accetta l'offerta di formare una band col quale suonare nelle feste, sagre, eventi, salotti e manifestazioni sul litorale lacustre. Finché un giorno viene commesso un omicidio... Girato ad Orta San Giulio e nei paesi limitrofi sul Lago D'Orta, a Pallanza, Lago Maggiore, Piemonte, ad Oriolo Romano, comune nei pressi del Lago di Bracciano, Lazio, Altavilla Silentina, Campania, la campagna fiorentina, Toscana (info a cura del Dizionario del Turismo Cinematografico), un film televisivo (per la durata totale di circa tre ore), presentato nel 1978 in tre puntate di un'ora circa su Rete2 (l'attuale Rai 2), diretto da Pino Passalacqua e tratto da un romanzo del bravo Piero Chiara una rivisitazione grottesca (personaggi compresi!) del periodo che va dal ventennio fascista al secondo dopoguerra dove la forza degli eventi della Storia sembra essere indifferente a questo gigante buono che parla quasi mai per lasciare la parola alla musica, metafora di un mondo in continuo cambiamento nel quale l'italiano medio innocente risponde con un "non vedo, non sento, non parlo" ma al quale, pur non volendo partecipare a ciò che gli sta attorno, venga prima condannato come capro espiatorio (accusato di omosessualità, all'epoca considerato un crimine per il fascio, solo per l'amicizia che lo lega ad un gay, di essere un assassino solo perché è stato commesso un delitto nella villa dove la stessa sera ha suonato, in realtà accusato di tutto ciò solo per non aver aderito al fascismo) e mandato al confino poi sfruttato dagli alleati. Sarà solo l'inizio di una serie di avventure di un moderno Candido che gira l'Italia attraverso la Seconda Guerra Mondiale e il dopoguerra (come un FORREST GUMP all'italiana) per poi ritornare da dove era partito come il fiore della canzone di Gianni Rodari.

 

locandina

Il balordo (1978): locandina

 

Piero Chiara conosceva bene quel periodo e ne è stato vittima (è dovuto scappare in Svizzera) e, con i suoi romanzi, a suo modo lo denuncia ma ricorda anche con malinconia. Bravi gli attori: dall'interprete protagonista Tino Buazzelli, una sorta di Aldo Fabrizi taciturno che, suonando benissimo qualsiasi strumento, trasporta con la mente altrove chi gli sta attorno, poi Teo Teocoli, musicista gay, e tutte le figure di contorno, protagonisti dallo stile felliniano (ricordano un po' i paesani di AMARCORD, fascisti compresi), Maria Teresa Martino, deliziosa nella parte della dolce locandiera Faustina, che vede nel Buon Cazzone (questo è il simpatico soprannome che gli abitanti di Altavilla, dove viene mandato al confino, hanno dato ad Anselmo) una affettuosa figura paterna, Richard Harrison, gigionizzante come colonnello americano, e Ugo Bologna, sindaco provvisorio faccendiere e opportunista. Una miniserie ben fatta dove il dramma ha i toni della commedia, della favola (la musica che incanta i pesci e le piante) e della picaresca avventura. Metafora del globo che ruotando come una arancia ad orologeria torna sempre da dove è partito (come nel romanzo "Una arancia ad orologeria", poi diventato ARANCIA MECCANICA). Bellissime le musiche del grande Luis Bacalov.  

 

 

Recensione scritta da Davide Lingua, Dizionario del Turismo Cinematografico, Verolengo, Wikipedia.

 

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