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I fratelli De Filippo

Regia di Sergio Rubini vedi scheda film

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La recensione su I fratelli De Filippo

di yume
7 stelle

Buon film, acclamato,forse troppo,ma Eduardo è sempre Eduardo, e la commozione è assicurata.

locandina

I fratelli De Filippo (2021): locandina

E’ l’anno di Eduardo, o, meglio degli Scarpetta & De Filippo associati.

Del resto, l’Italia ha bisogno di ricorrenze, giornate della memoria e affini, conformismi ribaditi, e quest’anno ricorrono quarant’anni dalla nomina di senatore a vita di Eduardo voluta da Pertini.

Dunque, prima Martone a Venezia con Qui rido io,dove troneggiava spavaldo Scarpetta/Servillo, “un film che non smette di cantare, fino all’ultimo titolo di coda” (chiedo perdono per l’autocitazione), ora Rubini  con i tre fratelli “bastardi”, figli/nipoti, un miscuglio tremendo che avrebbe fatto gola a Sofocle.

I fratelli De Filippo esce in sala per tre giorni poi approda in TV, Rai 1.

Forse qualcuno un giorno mi spiegherà queste logiche distributive, affannarsi per vederlo nel suo luogo di elezione, il grande schermo, ormai sa di pioneristico, e amen.

Rubini fa suonare Piovani, una colonna sonora diligente e godibile, fin troppo.

Ma in fondo il mondo di Scarpetta è definitivamente tramontato, bisogna “uscire dal teatro”, dichiara Eduardo, “evviva Pirandello!” guardare la gente, la vita reale, i vicoli e i mercati, basta soubrette e comicità spanciata, basta risate a ogni battuta, seguire il copione, non improvvisare, “il direttore artistico sono io”, e Peppino gli risponde “E allora me ne vado”.

I due fratelli litigarono per tutta la vita, fino al litigio finale.

Non è facile essere fratelli, spesso non si diventa amici e le separazioni sono immedicabili. Ma all’inizio funzionò, con tante difficoltà, andate e ritorni, ma funzionò, e i tre De Filippo divennero I tre De Filippo.

Rubini è bravo, si era capito già da altri film passati un po’ sotto tono.

Ora ha fatto centro non perché sia diventato più bravo ma perché, per qualche congiunzione astrale, l’hanno impalmato i potenti della casta padrona al San Carlo di Napoli.

Eduardo si rivolta nella tomba, ahimè, ma è il prezzo da pagare quando si è geni e si diventa celebri.

Il film è fluviale, 140 minuti, ma sostenuto dalla forza di un racconto quasi epico. Dell’epos d’altri tempi ha la fascinazione che trascina lo spettatore in vicende piene di alti e bassi e colpi di scena, la cadenza drammatica di storie vere che trascolorano spesso nell’irreale (i sogni, o meglio i ricordi d’infanzia, gli elementi simbolici di un immaginario infantile che segna la strada futura), il realismo degli ambienti, interni ed esterni, e la ricostruzione puntuale di spettacoli ormai dimenticati e, visti i tempi, privi di qualsiasi documentazione che non sia solo fotografica, e di che qualità!

scena

I fratelli De Filippo (2021): scena

Un film che racconta quello che Martone faceva intuire con grande finezza di mano, seguiamo le vicende dei tre fratelli come si possono seguire le fiabe della nonna vicino al focolare, trasaliamo, gioiamo, ci addoloriamo, esultiamo.

Un tuffo in profondità all’interno del mondo di Eduardo è rimandato ad altro momento, ora bisognava dire come Titina, Peppino ed Eduardo fossero riusciti a cavarsela fra le secche e i marosi della vita, e Rubini ce l’ha fatta benissimo, si esce dalla sala contenti, quasi non lo sapessimo già com’era finita.

Peccato si perda un po’ il fascino di Scarpetta, tirannico, odioso, narcisista, seminatore di figli lasciati al loro destino, ma se non c’era lui!

Giannini nella parte riesce proprio a farcelo odiare, Servillo riuscì a farlo amare.

Potenza del teatro!

 

 

 

www.paoladigiuseppe.it

 

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